Spada di Vetro
Victoria Aveyard
Il suo sangue è rosso – come quello della gente comune – ma lo straordinario potere di controllare i fulmini, che nessun Argenteo possiede, rende Mare Barrow un’arma sulla quale il Palazzo vorrebbe riuscire a mettere le mani. Tutta la corte la considera un’eccezione, ma non appena Mare riesce a sfuggire a Maven, il principe – e prima ancora l’amico – che l’ha tradita, scopre una verità sconvolgente: lei non è affatto un’eccezione. Perché di giovani Rossi e Argentei ne esistono molti altri. Inseguita da Maven, diventato un sovrano crudele e vendicativo, Mare fa di tutto per trovare e reclutare altri guerrieri Novisangue che si uniscano alla lotta dei ribelli contro il re oppressore. Nel farlo, però, entra in un territorio molto pericoloso, dove rischia di diventare proprio come i mostri che sta cercando di sconfiggere. Riuscirà a sopportare il peso delle vite che dovranno essere spezzate durante la ribellione? O la slealtà e il tradimento subiti l’avranno indurita per sempre? Nel secondo elettrizzante romanzo di Victoria Aveyard, la lotta dell’esercito ribelle contro un mondo ingiusto, dove è considerato normale segregare le persone in base al colore del loro sangue, costringerà Mare ad affrontare il lato oscuro che piano piano si è fatto largo nel suo animo.
Se sono davvero una spada, sono fatta di vetro e sento che comincio a frantumarmi.
Appena ho terminato di leggere Regina Rossa sono corsa a comprare il secondo volume di questa serie! Purtroppo il seguito non è stato avvincente come il primo dato che, per almeno metà del libro, l’ho trovato molto lento.
C’è una piccola evoluzione della protagonista Mare, che in qualche modo tenta di reprimere se stessa per vestire i panni di una combattente prendendo decisioni un po’ forzate, secondo il mio punto di vista. Purtroppo non è un’eroina che mi piace, tenta di prendere in mano la situazione quando poi non ha una grande esperienza in battaglie e strategie.
Una ventata di freschezza in questa storia è stato Shade, il fratello preferito di Mare che ho trovato un personaggio adorabile e scaltro. Maven rimane un antagonista perfetto, pieno di sfaccettature e zone d’ombra da scoprire, anche se in questo volume non compare molto, mentre conosciamo meglio Cal approfondendo più il suo semplice lato di ragazzo e lasciando da parte il suo ruolo di principe ereditario.
Anche se ho trovato metà del libro lento, il finale è uno di quelli che lasciano con il fiato sospeso e non vedo l’ora di leggere il seguito.
Vedi la video recensione per saperne di più 🙂
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Viviamo anche attraverso i ricordi degli altri. Lo sa bene Faith, che a sedici anni deve affrontare l’ennesimo trasloco insieme alla madre, in dolce attesa della sorellina. Ecco un ricordo che la ragazza custodirà per sempre. Ma cosa accadrebbe se, da un giorno all’altro, quel ricordo non esistesse più? E cosa accadrebbe se fosse Faith a sparire dai ricordi della madre?
La sua vita si trasforma in un incubo quando, all’improvviso, si rende conto di essere diventata invisibile. Nessuno riesce più a vederla, né si ricorda di lei. Non c’è spiegazione a quello che le è accaduto, solo totale smarrimento.
Eppure Faith non è invisibile a tutti. Un uomo vestito di nero detta le regole di un gioco insidioso, dove l’unico indizio che conta è nascosto all’interno di un biglietto: 0°13’07’’S 78° 30’35’’W, le coordinate per tornare a vedere.
Insieme a Jared, Scott e Christabel – come lei scomparsi dal mondo – la ragazza verrà coinvolta in un viaggio alla ricerca della propria identità, dove altri partecipanti faranno le loro mosse per sbarrarle la strada.
Una corsa contro il tempo che da Londra passerà per San Francisco de Quito, in Ecuador, per poi toccare la punta più estrema del Cile, e ancora oltre, verso i confini del mondo.
Primo volume della trilogia di Absence, Il gioco dei quattro porta alla luce la battaglia interiore più difficile dei nostri giorni: definire chi siamo in una società troppo distratta per accorgersi degli individui che la compongono.
Cosa resterebbe della nostra esistenza, se il mondo non fosse più in grado di vederci?
Quanto saremmo disposti a lottare, per affermare la nostra identità?
«Sai cosa penso davvero? Che le persone non hanno più voglia di accudire gli altri. Non sanno più prendersi cura di nessuno, dei figli, degli amici, dei genitori. Esistono troppi sostituti. La nostra prima famiglia adottiva piazzava Tommy davanti ai videogiochi, e lui si rimbambiva così. Ho un figlio e lo piazzo davanti a un giochino idiota, o a un telefono, o alla TV. Come una macchina da dover parcheggiare.»
Originale, avvincente e profondo.
Absence non è solo una storia avventurosa, piena di colpi di scena, di fughe e messaggi segreti da studiare, ma affronta il problema di una società che è troppo distratta dalle comodità tecnologiche, perdendo di vista l’identità dell’individuo, ed ecco che nasce il concetto dell’invisibilità.
Apparentemente la storia potrebbe risultare un qualcosa di già sentito, ma l’autrice è stata molto brava nella ricerca dell’originalità a partire dalle piccole cose fino a una struttura ben articolata e intrecciata della trama.
Chiara Panzuti si dedica a una narrazione semplice e di impatto, soffermandosi sulle descrizione delle sensazioni e delle emozioni, dando l’impressione al lettore di essere “invisibile” lui stesso, catapultandolo nel mondo ovattato e quasi claustrofobico che vivono i personaggi del libro.
Una lettura avventurosa che non mancherà di stupirvi.
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Lo zoablatore.
L’invenzione che cambiò la storia.
Sergio Olivotti
Mai più incomprensioni coi vostri animali grazie allo zoablatore! Finalmente saprete cosa pensa il vostro cane quando non vi riporta il bastone. E potrete chiedere al gatto cosa ha di tanto interessante l’oblò della lavatrice. Ma anche galline, orsi, pecore e scarafaggi non avranno più segreti per voi. Per la prima volta un libro completo ed esaustivo sulla portentosa macchina per conversare con gli animali che ha cambiato il mondo: lo zoablatore.
Chiamasi zoablatore ogni apparecchio atto a tradurre bidirezionalmente da una lingua umana ad una animale e viceversa.
Una storia fantasiosa e divertente!
Lo Zoablatore è una storia piena di inventiva non solo per la trama, ma anche per i termini fantasiosi che crea l’autore, il tutto è accompagnato dalle illustrazioni splendide e colorate.
Un volume realizzato come se fosse un piccolo libro storico sullo Zoablatore.
Una lettura leggera con delle illustrazioni che deliziano gli occhi.
Un libro che non può mancare agli amanti dei libri illustrati!
Vi lascio alla video recensione.
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Nel profondo della foresta
Holly Black
Nel profondo della foresta c’era una bara di vetro che giaceva sulla nuda terra.
Dentro vi riposava un ragazzo con le corna in testa e orecchie affilate come coltelli… Hazel e il fratello Ben sono cresciuti a Fairfold, una piccola città dove, da tempo, gli umani hanno imparato a convivere pacificamente con le creature fatate della vicina foresta. Un posto diventato meta di tanti turisti curiosi, attratti dalle magie che qui hanno luogo ma in particolare dal ragazzo con le corna che riposa dentro una bara di vetro, la meraviglia più grande di tutte.
Affascinati fin da bambini da questa presenza misteriosa, Hazel e Ben hanno provato più e più volte a immaginarne la storia. Nelle loro fantasie il giovane era a volte un principe dal cuore nobile e dalla natura buona e generosa, e altre un essere crudele e spietato.
Ora che è cresciuta, però, Hazel pensa che sia arrivato il momento di accantonare tutte quelle fantasie infantili accettando il fatto che, per quanto lo abbia desiderato a lungo con tutta se stessa, il ragazzo con le corna non si sveglierà mai.
Un giorno, però, quello che sembrava impossibile accade… sconvolgendo la vita della ragazza, di suo fratello e della loro città.
Fiaba moderna dalle sfumature dark, appassionante e ricca di colpi di scena, Nel profondo della foresta segna il ritorno di Holly Black ai romanzi delle origini che l’hanno fatta conoscere, e amare, dai lettori.
La sua pelle era diafana, come sbiancata dal gelo. Indossava ancora la giacca azzurra finemente ricamata che portava da generazioni, la stoffa era scurita dalla pioggia, gli stivali avorio sporchi di fango. Dalle tempie partivano due corna che curvavano dietro le orecchie, vicino alla testa, per terminare in punte affilate dietro la mascella, cosicché da lontano potevano sembrare due grosse trecce. Anche la sua struttura ossea – gli zigomi, l’altezza della fronte – sembrava leggermente diversa da quella umana. I tratti parevano più fini, come se uno che ha sempre visto solo comunissime tazze scoprisse un calice di cristallo. I suoi occhi erano verde muschio e ricordavano due pozze profonde e l’acqua fresca, e lui la guardava con quegli occhi di un altro mondo, come se stesse cercando di risolvere un problema.
Holly Black ha la capacità di creare storie fantastiche dalle sfumature oscure che si slegano dai soliti cliché.
Nel profondo della foresta è un libro che avvolge il lettore nel folklore del piccolo popolo: esseri particolari, suscettibili che amano stuzzicare e rendere la vita impossibile agli esseri umani. Gli abitanti di Fairfold sanno fin dove posso spingersi, conoscono le regole e il delicato equilibrio che c’è con queste creature incantate.
Parliamo di una storia dall’inizio molto confusionario, ma il lettore riesce a collegare tutti i pezzi del puzzle al termine della lettura.
Un’avventura avvincente, piena di colpi di scena e di magia.
Lascio la video recensione per scoprire qualcosa in più 🙂
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Buongiorno!
Oggi vi propongo una recensione diversa dal solito: vi parlo del telefilm 13 reasons why.
Una storia che ha fatto molto discutere e che ha riscosso un grande successo.
Nella video recensione faccio qualche piccolo spoiler riguardo più che altro al primo episodio.
A voi è piaciuto?
Personalmente non mi ha fatto impazzire, ci sono molti punti che non mi sono piaciuti e che ho trovato molto forzati, ma nonostante tutto consiglio di vederlo per la tematica importante che affronta 🙂
Vi lascio alla video recensione 🙂
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High & Dry. Primo amore
Banana Yoshimoto
Yūko è in grado di vedere cose che gli altri non vedono, e di indovinare i desideri e i pensieri di chi le sta intorno grazie a una sensibilità fuori dal comune. Compiuti quattordici anni, tutto sembra assumere sfumature misteriose, e il mondo si popola di bizzarre creature. Yūko sta imparando ad assegnare un colore a ogni stato d’animo e a ogni emozione; a insegnarglielo è Kyū, il suo maestro di disegno, che ha il doppio dei suoi anni. Quando dal fusto di una pianta fuoriescono degli strani omini verdi, loro sono gli unici a vederli. Nello stesso istante, Yūko assapora l’incanto sottile del primo amore.Sospesa tra realtà e immaginazione, un’adolescente va incontro alla vita accompagnata dagli affetti più cari, e scopre, giorno dopo giorno, i turbamenti del cuore, la tenerezza dei sentimenti e la difficoltà di diventare grande.
Innamorarsi del maestro di disegno: niente di più banale.
Però era quel maestro la persona che mi piaceva.
High & Dry è il primo volume che leggo di questa autrice e, anche se so bene che non è uno dei suoi lavori migliori, me ne sono innamorata.
Adoro lo stile semplice e fluido della Yoshimoto, una scrittura equilibrata e armoniosa che riesce a tenere viva l’attenzione sulla storia.
Apprezzo che la trama non si soffermi solo e unicamente sulla relazione innocente tra Yūko e il suo maestro, ma va ad approfondire il rapporto complicato che c’è tra i genitori della protagonista, delineando il suo periodo complicato e adolescenziale.
Una lettura delicata e candida che tratta dei problemi adolescenziali e del primo amore.
Vi lascio alla video recensione per sapere cosa ne penso.
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DEBORAH SIMEONE
DISTORTED FABLES
C’era una volta, in un tempo non troppo lontano, una principessa dai lunghi capelli biondi e dai grandi occhi scuri… Che sia chiaro: la protagonista di questa storia non è la solita principessa delle fiabe. Non è né magra né alta, e neppure bella da far girare la testa. E poi con la gente è spesso intrattabile, dura e spigolosa, proprio come il suo nome, Rebecca. Per lei non ci sono castelli incantati, fatine o scarpette di cristallo, ma un monolocale umido in un condominio chiassoso, e lunghe serate passate in solitudine a guardare serie tv, con in grembo un gatto birmano e nella testa una valchiria-grillo parlante che la sprona a non darsi mai per vinta.
Le cose cambiano, però, il giorno in cui Rebecca inizia a lavorare come portinaia in un bel palazzo nel centro di Milano. Qui, nonostante la sua avversione per i rapporti umani, la sua vita si intreccia con quella di alcuni condomini: un settantenne stravagante, ostinatamente aggrappato al ricordo della moglie, una giovane donna devota a un marito che la tradisce neanche tanto di nascosto e una ragazza stregata da un uomo freddo e calcolatore. Tutte fiabe d’amore, e tutte imperfette, come imperfetta è la vita di Rebecca, che ha smesso di credere al “vissero per sempre felici e contenti” nell’istante in cui il suo principe azzurro, anziché salvarla e poi giurarle amore eterno, l’ha mollata senza troppe spiegazioni a un binario della stazione. Ma chissà che Rebecca non scopra, anche grazie ai suoi nuovi amici, che proprio nell’imperfezione si nasconde il segreto per trovare qualche momento di vera felicità…
Una storia deliziosa e ironica che unisce l’aspetto reale con quello irreale.
La lettura scorre veloce per lo stile fresco e vivace dell’autrice, grazie alle simpatiche e ciniche battute di Rebecca, la protagonista singolare che entra subito nel cuore del lettore.
Distorted Fables è uno di quei libri che conquista il lettore piano, piano, parola per parola. Una trama che cattura l’interesse per la sua particolarità del connubio tra situazione reale con Rebecca, e situazione surreale con il personaggio Crimilde, una donna misteriosa che accompagnerà la giovane protagonista nel suo cambiamento interiore.
Ho apprezzato molto le piccole storie dei vari condomini e ho adorato la caratterizzazione del signor Parini, un uomo che rappresenta l’ottimismo della vita.
Una favola non tradizionale capace di conquistare anche chi non è tanto amante del genere.
Vi lascio alla video recensione per scoprire qualcosa in più 🙂
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