NARRATIVA
Mentre Roma sta ancora dormendo, una giovane donna si gode per l’ultima volta la bellezza dei monumenti e i rumori della Città Eterna. Di lì a poche ore, dovrà iniziare una nuova vita. Non è una fede profonda a spingerla in questo viaggio, ma la ricerca della serenità: quella che si può trovare solo tra le mura di un convento di clausura. O almeno, così crede lei. Accolta nella comunità monastica dei SS. Quattro Coronati, Virginia cerca di adeguarsi ai rituali, alla preghiera e al silenzio. Ma è un silenzio carico di tensione, dove risuonano pensieri e ricordi che sperava di lasciarsi alle spalle. Una quiete apparente, che amplifica la stonatura di certi dettagli: ferite sul corpo e nel viso delle suore, piccoli tic che loro cercano di celare. Virginia cerca conforto nell’arte, di cui è appassionata sin da bambina grazie ai racconti di suo padre: il monastero è una continua sorpresa, ma persino l’arte sembra suscitarle nuovi interrogativi. Soprattutto quando in convento arriva un giovane studioso, che coinvolge la ragazza nella ricerca di una stanza segreta, custodita gelosamente da secoli. Il sospetto e la reticenza delle monache non fermano Virginia, che scoprirà cosa accadeva in quella meravigliosa aula.
C’è un negozio di fiori, nel cuore di Parigi, che raccoglie una magia impossibile da spiegare a parole. Il suo nome è L’Étoile Manquante. L’anziano proprietario, Dominique Brulé, sa che ogni fiore può nascondere un vero e proprio balsamo per l’anima. Lui stesso, quando è venuta a mancare la stella della sua vita, ha scoperto tra i colori e i profumi di quella bottega un conforto inaspettato e ora si adopera per regalare agli altri la felicità. Un po’ filosofo, un po’ prestigiatore, sa intuire gli stati d’animo, consigliare il fiore giusto per ogni ferita del cuore, trovare le parole adatte ad accompagnare una gioia, un dolore, un’illusione necessaria. Ospiti fisse del negozio sono Mercedes e Tilde, partite dalla Spagna tanti anni prima per inseguire un sogno o la fortuna. Le loro giornate ruotano intorno a quella bottega, ancorate all’amicizia che le lega, scandite dalle irrinunciabili perle di saggezza di Brulé, il «traduttore di fiori». Un giorno, come un improvviso vento fresco, irrompe in quella lenta routine Violeta: vent’anni, incinta e con il cuore spezzato. Assunta come assistente fiorista, porterà lo scompiglio in quelle tre vite silenziose, risvegliando il profumo di emozioni che vogliono tornare a sbocciare.
Un romanzo delicato, dove la felicità sta nelle cose semplici e le seconde chance non hanno età.
Michela ha fatto il grande salto. Dalla sua piccola città del Sud è arrivata a Milano piena di entusiasmo e aspettative. L’ha amata da subito, e quando ha trovato impiego in una famosa agenzia pubblicitaria e anche un fidanzato, ha pensato che tutto quello che voleva era esattamente lì e in quel momento. Peccato che ora, dopo nove anni di vita nella metropoli, le tocchi fare ritorno al paesello, senza lavoro e senza fidanzato. A trentasei anni quasi trentasette è comprensibile che non l’abbia presa bene. E che si trascini dal letto al divano di casa dei suoi, fumando una sigaretta dietro l’altra e nutrendosi solo di Lexotan. Per fortuna ci sono l’inarrestabile cugina Giulia – l’unica in famiglia con uno stipendio fisso, quello che le passa l’ex marito – e una bimbetta di dieci anni sbucata un giorno sul pianerottolo. Sguardo vispo, parlantina sciolta ma un fardello troppo grande per la sua età, Aurora vive sola con il papà, un bell’uomo schivo e dai modi un po’ formali. Sarà lei a riscuotere Michela dal suo torpore e, con la saggezza dei dieci anni, a farle capire che la vita ti regala di continuo nuove occasioni. Basta saperle cogliere.
Madeline è allergica al mondo. Soffre infatti di una patologia tanto rara quanto famosa che non le permette di entrare in contatto con il mondo esterno: per questo non esce di casa, non l’ha mai fatto in diciassette anni. Le uniche persone che può frequentare sono sua madre e la sua infermiera Carla. Ma un giorno un camion di traslochi si ferma nella sua via.
Madeline è alla finestra quando vede… lui. Il suo nuovo vicino.
Alto, magro e vestito di nero dalla testa ai piedi: maglietta nera, jeans neri, scarpe da ginnastica nere e un berretto nero di maglia che gli nasconde i capelli. Il suo nome è Olly.
I loro sguardi si incrociano. E anche se nella vita è impossibile prevedere tutto, Madeline in quell’esatto momento prevede che si innamorerà di lui. Anzi ne è sicura. Come è quasi sicura che sarà un disastro. Perché, per la prima volta, quello che ha non le basta più. E per vivere anche un solo giorno perfetto è pronta a rischiare tutto. Tutto.
Andrea Marai è un giornalista in carriera. Appassionato, ambizioso, iperconnesso, vive schiacciato dal suo presente inquieto. Orfano del suo migliore amico, morto troppo presto e in circostanze poco chiare, pesca a piene mani dalle opportunità che la vita gli presenta, l’unico modo che conosce per sfuggire alla mediocrità. Francesca, sua moglie, lo ama e da lui vorrebbe un figlio eppure fatica a capirlo, ostinandosi a leggere in questa frenesia solo insoddisfazione. Le bugie sono un velo dietro cui il loro matrimonio si sta pian piano sgretolando. Ma Andrea è distratto, perché ha appena scritto l’intervista perfetta e sta per vincere il premio più ambito e vedere il suo talento certificato.
Poi, proprio lì, sul palco della consacrazione, il crollo. Il momento in cui tutto diventa nero e liquido, l’istante esatto in cui il corpo dice «no». Quello che viene dopo è una metamorfosi dolorosa come una crisi d’astinenza, e poi una fuga rocambolesca verso il mare, verso un’altra vita possibile. Forse per ritrovare se stessi. Forse per cercare qualcos’altro.
Il futuro di Felicity è già stato pianificato nei minimi dettagli. Da quando la sorella maggiore Rose è andata via, le aspettative della madre pesano tutte sulle sue spalle, e Felicity fa del suo meglio per non deluderle. Lavora duramente per avere ottimi voti e risparmiare denaro per le tasse universitarie.
Ma, a volte, le cose migliori della vita sono quelle non programmate. Felicity ancora non lo sa.
Una sera, però, a un ballo in maschera per beneficenza, un affascinante sconosciuto dagli occhi grigi le rovescia addosso il suo bicchiere. Felicity non immagina che quell’incontro possa avere un seguito. Né tantomeno che il goffo e misterioso ragazzo con il viso mascherato sia Alec, membro della famosissima band degli Heartbreakers. Eppure, quando, nella camera della mamma, Felicity trova alcune lettere che le rivelano uno scioccante segreto di famiglia, sarà proprio Alec a sedersi accanto a lei per accompagnarla in un incredibile viaggio on the road alla ricerca di sua sorella. Che sia la strada giusta per trovare la felicità, e magari anche l’amore?
Per Laura, dire addio a Geo è stato più doloroso del previsto. Dopo aver creduto con tutte le forze in quell’amore, ora sta cercando di abituarsi alla sua assenza ma, anche se il legame tra lei e Paolo è diventato più di un’amicizia, non riesce a impedire che Geo si insinui nei suoi pensieri nei momenti di debolezza. È come se ciascuno dei due la attirasse a sé mettendo in dubbio ogni sua certezza. Quasi a volerle dare un segnale, anche i suoi occhi sono affaticati e la vista è peggiorata. Come se non bastasse, Prisca, la sua migliore amica, le ha inspiegabilmente voltato le spalle, tornando a essere solo un’acerrima rivale sul ghiaccio. Laura è vulnerabile e insicura come mai le era successo. Per questo, quando Geo la trova in riva al lago sola con i suoi pensieri, non riesce a tenerlo a distanza. Perché capisce che anche lui, nonostante tutto, non può a fare a meno di lei. Non avrebbe mai voluto ingannare Paolo, eppure tenergli nascosta la presenza di Geo nella sua vita le sembra l’unica soluzione. Sarebbe un colpo troppo duro, soprattutto ora che l’amico deve fare i conti con una situazione familiare complicata. Ma Geo è fatto di luci e ombre e non si è ancora liberato dei suoi fantasmi.
A diciassette anni, Ella Harper ha già imparato a sbrigarsela da sola. Sempre in fuga, dalle difficoltà economiche e dagli uomini sbagliati di sua madre, si è districata tra mille lavori per riuscire a far quadrare i conti, studiare e costruirsi un futuro migliore.
Finché, un giorno, nella sua vita compare un certo Callum Royal. Distinto ma deciso, nel suo costoso abito di sartoria, dice di essere il migliore amico del padre, che lei non ha mai conosciuto, nonché il suo tutore legale. In quanto tale, sarà lui d’ora in poi a sostenere le spese per il suo mantenimento e la sua istruzione, a patto che Ella accetti di vivere con lui e i suoi cinque figli. Ella sa che il sogno che Callum Royal sta cercando di venderle è sottile come carta. Ed è diffidente e furiosa.
Ma ancora di più lo sono i fratelli Royal. Easton, Gideon, Sawyer, Sebastian e… Reed. Magnetici e pericolosi, non mancano di farla sentire un’intrusa: lei non appartiene, e non apparterrà mai, alla loro famiglia. E a nulla valgono i tentativi pacificatori di Callum. Ella però non è certo il tipo che si lascia intimorire, e le scintille a casa Royal non tardano ad arrivare. Soprattutto dopo che un bacio rubato innescherà un’inarrestabile spirale di rabbia, gelosia e desiderio…
SAGGISTICA
La strada degli americani è lunga circa 40 km e unisce il centro di Napoli all’hinterland. Martina e Giulia la stanno percorrendo per caso e all’altezza di Villaricca una Fiat Tipo grigia dietro di loro comincia a lampeggiare con insistenza. Parte un inseguimento senza motivo apparente, fatto di tamponamenti, speronamenti e tentativi di mandare le ragazze fuori strada. Un inseguimento che dura per 14 km di terrore. E chi c’è nella Fiat Tipo? Ciruzzo Buttigliella, che si guadagna i soldi per il crack facendo lavori di bassa manovalanza criminale, e Carmine Scognamiglio, un operaio della Petrone Porte, un ragazzo semplice che è stato appena licenziato. Ma la strada degli americani non è solo una strada, è un crocevia di destini, dove i nodi del degrado, della follia da droga, della violenza e della disperazione si stringono intorno alle vite dei protagonisti.
A fare da sfondo una Napoli inedita, quella dei piccoli criminali che vivono ai margini della camorra, senza mai arrivare a farne parte, e di ragazzi che potremmo considerare normali se solo non fossero nati nella parte sbagliata della città; ma la Napoli raccontata da Miale di Mauro è anche una città dove, nonostante tutto, sopravvive e a resiste la speranza della normalità.
Dopo essere fuggito dal suo Paese d’origine, la Nigeria, e aver trascorso tre mesi in una lontana terra straniera di cui ignora la lingua, il famoso musicista Taduno riceve una lettera da Lela, la donna che ama. Nessuno, nemmeno Lela, sa dove lui si sia rifugiato e quindi non riesce a spiegarsi quella lettera. Lela gli dice che durante la sua assenza il Paese è cambiato e lo implora di rimanere dove si trova e di rifarsi una vita, ma ottiene l’effetto contrario, e Taduno decide di ritornare e di scoprire che cosa è successo, senza badare al pericolo. Comincia così l’epica storia di un musicista che a colpi di canzoni dà battaglia a un dittatore sanguinario reo di aver cancellato la memoria del suo paese. La vicenda, leggendo, appare sempre più ispirata alla figura di Fela Kuti, il celebre artista africano che non rinunciò mai alla sua musica, e alla sua battaglia per i diritti e l’uguaglianza.
Un canto libero è un romanzo che ha le connotazioni e il ritmo della favola, è denso di simboli, magia, umorismo, con tocchi kafkiani. Ma dietro la prosa volutamente elementare si celano un’energia autoriale e un impegno dirompenti, sorretti da un intreccio scorrevole e divertente, oltre che da personaggi incisivi, difficili da dimenticare.