La volpe è protagonista indiscussa del folclore giapponese. A volte è una creatura maligna che assume le sembianze di un’incantevole fanciulla per stregare gli uomini e distruggerli; altre volte è invece Inari, importante divinità shintoista, spesso generosa e disposta a esaudire le preghiere delle persone. Di fianco alla volpe, però, convive tutta una serie di animali il cui destino si intreccia con quello degli esseri umani: lepri, tassi, gatti, cani e scimmie, a volte dotati di poteri soprannaturali e capaci di influenzare, nel bene o nel male, le sorti di principi e di principesse, di samurai e di contadini. Frederick Hadland Davis trasporta i lettori in un mondo suggestivo e poetico, in cui gli elementi mitologici e fiabeschi si mescolano con la spiritualità shintoista e buddhista. Tra gatti vampiro, magiche teiere che si trasformano in tassi, cani fedeli e coraggiosi, lucciole vendicative e bianche lepri che appaiono sulla superficie della luna, questo nuovo volume della serie Miti e leggende del Giappone è un viaggio affascinante sulle tracce della fauna misteriosa che popola l’immaginario collettivo del Paese del Sol Levante.
Chi adora il folclore giapponese?
Io fin da piccola sono affascinata dalla cultura del Paese del Sol Levante e quando ne ho la possibilità cerco sempre di recuperare libri che trattano dei loro miti e leggende!
Quando ho visto questo titolo, edito Lindau, non potevo non leggerlo, ma prima vi dico due parole su Davis.
Frederick Hadland Davis era uno storico britannico che, come è successo per Lafcadio Hearn e Pierre Loti, si è innamorato della cultura giapponese talmente tanto da voler contribuire alla sua divulgazione. Parliamo di un autore che ha vissuto tra l’ottocento e il novecento.
Dei tre autori sopra citati, se sei un amante della cultura giapponese, sicuramente avrai sentito nominare più Lafcadio Hearn, personalmente non avevo letto nulla di Davis quindi questo è stato il mio primo approccio alla sua scrittura.
I miti e le leggende del Giappone è un piccolo volume che raccoglie una raccolta di leggende, la maggior parte si incentrano sulla figura della volpe (la Kitsune, la quale può avere sia una natura maligna e sia una benigna).
Davis non racconta solo della volpe che, nello scenario delle leggende nipponiche è la figura più trattata non solo nei libri, ma anche nei manga e negli anime, ma si sofferma anche su altri esseri come la lepre, gli insetti, il tasso…
I racconti sono scritti in modo scorrevole, spesso accompagnati da delle illustrazioni semplici, ma di effetto. Ci sono delle note che aiutano a comprendere alcuni termini tipici giapponesi, altre approfondiscono dei dettagli o citano delle fonti. Insomma è un piccolo saggio sul folclore giapponese, una lettura che ho trovato interessante e soprattutto ho scoperto storie che non conoscevo.
Se siete amanti del genere vi consiglio questo breve volumetto che vi terrà compagnia con le sue enigmatiche e incredibili storie.
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È l’ultimo giorno di agosto e il sole picchia spietato su Tokyo. Entro poche ore Atsushi, oltre a compiere trent’anni, divorzierà da sua moglie Chieko. Così, mentre fa il giro dei distributori di bibite della città per rifornirli di lattine, racconta alla collega Mizuki come il suo matrimonio sia naufragato in un mare di incomunicabilità. Quando si erano conosciuti ai tempi dell’università, Atsushi voleva diventare uno sceneggiatore di film, mentre Chieko l’editor di una prestigiosa rivista. Ma la vita ha riservato a entrambi un destino differente. In una capitale giapponese frenetica e allo stesso tempo sonnolenta, dove l’umidità estiva avvolge ogni cosa e fa tremolare i contorni degli edifici, Atsushi percorre le strade della metropoli in ansia per il proprio futuro ma nutrendo nel cuore un’ultima, segreta, speranza.
Abbandonato sulle strade di agosto è un romanzo breve che tratta delle fasi della rottura di un rapporto.
Il protagonista è il trentenne Atsushi, il quale, durante una giornata di lavoro, si confida con la collega Mizuki. Le racconta dei suoi problemi, che è prossimo al divorzio e le narra di come è nata la storia tra lui e Chieko.
Ho trovato lo stile di Takami immersivo ed emotivo. La problematica del rapporto tra Atsushi e Chieko è sicuramente il non dialogo, non si sono mai parlati apertamente partendo dalle piccole cose, e insieme a questa incomunicabilità della coppia nascono altri disagi, come la frustrazione personale a livello lavorativo. Entrambi sono dei sognatori, ed entrambi desiderano fare un lavoro ben preciso, ma sappiamo che la vita ci pone dinanzi a delle decisioni, soprattutto se hai delle spese da affrontare. Mano, a mano che si va avanti nella lettura, il loro rapporto va a deteriorarsi fino ad arrivare all’apice, alla cosidetta “goccia che fa traboccare il vaso”.
Nel corso della lettura ho provato a mettermi nei panni sia di Chieko che di Atsushi, e con lo stile dell’autore non mi è risultato difficile, anzi. Entrambi i personaggi hanno i loro disagi, i loro dispiaceri, e, indipendentemente da come degenera la loro relazione, ho provato pena per entrambi. Nel breve racconto di Takami si sottolinea non solo le problematiche di coppia, ma anche di quanto sia importate stare bene con se stessi. Sia marito e moglie a un certo punto iniziano a sentirsi insoddisfatti della propria vita, si sentono non all’altezza del partner, si focalizzano sui difetti propri e altrui, invece di pensare ai lati positivi, a come migliorarsi, ma l’insoddisfazione spesso porta il morale a terra e i due coniugi si perdono in una situazione di fermo.
Una storia concentrata, intensa, che narra di una relazione finita e di tutte le sfaccettature emotive che si scontrano in questo percorso.
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