Titolo: Feeling Factory – a new ability to feel liberty Autore: Vincenzo Maselli
Editore: Edicolors Joy Division Link acquisto: Amazon
Sinossi:In un paese lontano esisteva una fabbrica dove un uomo creava “oggetti sentimenti”. Ma questi sentimenti con il tempo invecchiavano ed era impossibile rifabbricarli. Tutti rispettavano questi oggetti, perché da loro dipendevano affetto e amore. Un giorno un garzone fece cadere il sentimento del suo amore per una fanciulla. Cadendo il sentimento si guastò, ma non si ruppe. Il garzone capì che questi sentimenti potevano essere modificati e, così, anche le sensazioni cambiavano. Un’amicizia poteva trasformarsi in un amore, un’antipatia in una simpatia, un affetto poteva aumentare di dimensioni. Da questo momento i sentimenti non furono più fabbricati, e tutti potevano deciderne dimensione e forma.
Manualità, unicità e mutabilità del sentimento trasformarono la città in breve tempo. Provare emozioni in quel bislacco villaggio non dipendeva più dalla catena di montaggio.
In questa recensione non mi soffermo molto sulla trama perchè la sinossi inquadra molto bene la storia, ma voglio parlare della genesi di questo volume di poche pagine che racchiude un dolce racconto con un profondo significato. Felling Factory nasce come cortometraggio in claymation che è la tecnica in plastilina animata e l’autore ha realizzato anche la versione cartacea in una edizione in bilingue (Italiano/Inglese). Il lettore viene coinvolto dal racconto che ha un ritmo “musicale”, ciò è conferito dalla struttura non tradizionalmente in prosa, ma in poesia con alcuni versi composti in rima baciata. Il testo è accompagnato dalle foto dei modelli che hanno caratterizzato il cortometraggio. Non sono una grande amante della tecnica claymation, ma devo dire che la storia l’ho trovata originale, estremamente dolce e ben scritta.
Poche parole che sottolineano l’importanza che hanno i sentimenti e le emozioni, i quali caratterizzano la nostra vita. Poche righe per comprendere come un sentimento negativo possa tramutarsi in qualcosa di positivo.
Eccoci con il primo post di “Intervista all’autore” o come è chiamata la rubrica “Intervista a Scrittori Criccosi”. Oggi ho il piacere di presentare Ester Trasforini, un’autrice prossima all’esordio con il suo libro “La principessa sbagliata”, disponibile da maggio ed edito dalla Gainsworth Publishing.
Ester raccontaci un pò di te e di come è nata la passione per la scrittura.
Salve a chiunque stia leggendo! Dunque, cosa dire di me? Sono una ragazza emiliana di ventisei anni che ha sempre amato le storie di fantasia. La mia passione per la scrittura è nata letteralmente quando ho imparato a scrivere: in prima elementare ho cercato di creare un libro sui gatti e da allora non mi sono più fermata. Le storie sono il mio ossigeno, non potrei vivere senza.
La trama ci proietta a un fantasy che rompe gli schemi della tradizionale fiaba o del tradizionale epic fantasy. Qual è la genesi di questo lavoro?
L’idea è nata per gioco tre anni fa: stavo cercando di studiare le caratteristiche delle fiabe e mi sono resa conto che fin troppo spesso i personaggi vengono associati solo a determinati stereotipi. L’eroe, per esempio, di solito è un giovane dal cuore puro, mentre l’antagonista è un mostro malvagio che viene sconfitto per ottenere delle ricchezze e/o una fanciulla; i personaggi femminili nelle fiabe classiche hanno quindi la stessa funzione di un oggetto, perché sono l’obiettivo finale del protagonista. Io ho voluto giocare con questi elementi e mi sono divertita a mescolarli a mio piacimento: così al posto del cavaliere senza macchia ho inserito come eroina una boscaiola poco socievole che all’inizio pensa solo a guadagnare soldi. Anche la principessa non è quello che sembra, ma non dirò altro per evitare spoiler.
In quale personaggio ti rispecchi?
Nessuno dei miei personaggi è la mia copia esatta, ma allo stesso tempo tutti hanno qualcosa di me. Gemma rispecchia in alcuni momenti il mio lato più infantile e avventuroso, ma sicuramente non mi assomiglia in altri ambiti: lei per esempio detesta l’idea di prendere in mano un libro. La principessa sbagliata, invece, ha ereditato in parte il carattere che avevo da adolescente, ma a differenza di me ha molta più determinazione e costanza in ciò che fa. Lo zombi Fiorenzo mi assomiglia poco, anche se devo ammettere che anch’io riesco a essere molto cocciuta quando voglio.
Il tuo stile prende spunto da qualche autore che ammiri?
Ci sono senz’altro autori che influenzano la mia scrittura, ma preferisco prendere piccoli spunti da ognuno piuttosto che cercare imitarne uno preciso. Per esempio, adoro il modo in cui J. K. Rowling (e Robert Galbraith) descrive i suoi personaggi, ma allo stesso tempo il tipo di romanzo che ho scritto non ha bisogno di particolari così minuziosi, quindi adatto tutto allo stile della mia storia. Allo stesso modo, ammiro tanto l’abilità di Joe R. Lansdale nel creare similitudini e personificazioni, ma il suo vocabolario “senza filtri” non si presta alla mia fiaba fantasy. Mi piace infine come William Goldman ne La principessa sposa (più conosciuto per il film La storia fantastica) abbia usato il narratore come strumento per fare ironia, cosa che io per esempio una volta non sapevo fare. Mi sono quindi esercitata revisionando il mio manoscritto, ma ho comunque privilegiato l’aspetto “cinematografico” del mio umorismo, che è basato molto di più su scene e dialoghi ispirati alle opere visive.
Qual è il tuo rapporto con la letteratura fantasy?
Molto buono, anche se particolare. Io non amo fissarmi con una sola saga o con un solo autore, quindi di solito quando finisco un libro ho bisogno di cambiare aria con qualcosa di diverso. Non è detto che cambi genere, ma di sicuro devo cambiare tematica. Negli ultimi anni, anche grazie alla Gainsworth Publishing, ho avuto modo inoltre di scoprire molti libri nuovi, che magari non sono stati pubblicizzati come quelli delle “big”, ma non per questo meritano meno. Credo che ormai per un lettore forte di fantasy sia assolutamente necessario staccarsi dai soliti noti e iniziare a osare di più, specialmente girando le fiere del settore e/o ordinando da internet.
A chi consiglieresti di leggere La principessa sbagliata?
Non so se sia un bene o un male, ma il mio romanzo non ha un’etichetta commerciale, nel senso che mentre i libri dei grandi editori spesso si classificano come “vampiri”, “distopia young adult” e via dicendo, e vengono quindi venduti a pubblico ben preciso, “La principessa sbagliata” è un’incognita. Non posso sapere in anticipo a chi piacerà, quindi, ma mi sento di consigliarlo in particolare:
– a chi adora il fantasy, ma anche a chi si è allontanato dal genere perché lo trova tutto uguale;
– a chi ha voglia di un romanzo breve che si può leggere per rilassarsi;
– a chi si diverte quando trova riferimenti/battute su storie famose;
– a chi è appassionato di animazione, manga e/o videogiochi;
– a chi non sopporta gli stereotipi sui ruoli di maschi e femmine;
– a chi ha voglia di ridere, ma senza trascurare i momenti seri;
– agli adolescenti e a chi si sente giovane;
– a chi vuole leggere di combattimenti contro un drago;
– a chi vuole leggere una storia d’amore con tanta ironia e poche sdolcinatezze;
– a chi ama l’avventura, semplicemente.
Progetti futuri?
Sicuramente voglio continuare a scrivere. Ho tante idee, ma non so ancora quali di queste sono destinate a uscire dal mio computer. La principessa sbagliata, pur funzionando come storia autoconclusiva, ha un mondo e dei personaggi che si possono ancora esplorare tantissimo, e mi dispiacerebbe molto abbandonarli per sempre. Ma per il momento preferisco concentrarmi sul mio esordio al Salone Internazionale del Libro e sperare che i lettori si interessino alla storia. Finora ho ricevuto tantissimi appoggi e, devo ammettere, noto anche un certo entusiasmo all’idea dell’uscita del mio romanzo. Spero naturalmente che questi siano ottimi segni e che tante persone vorranno viaggiare insieme a una boscaiola armata di ascia, a una principessa misteriosa e a uno zombi scorbutico.
Questo è il primo video della rubrica Book of Fame e vi parlo della bellissima edizione illustrata da Jim Kay di Harry Potter e la Pietra Filosofale, scritto da JK Rowling ed edito dalla Salani.
In questa prima video recensione mi sono dedicata più alle differenze sostanziali tra la primissima edizione e questa e vi tratto delle piccole polemiche che sono nate a riguardo.