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L’incantatore oscuro di Fawcett | Recensione

Costretti all’esilio su un’isola incantata che si muove da sola attraverso i mari, l’ex principessa Noa, la sorellina Mite e suo fratello Julian si preparano a reclamare il trono usurpato. Sanno però di non potersi fidare di nessuno, dopo che la madre è stata uccisa da qualcuno molto vicino a loro e, sempre più insistenti, si sono insinuate voci sulla malvagità della regina, i cui oscuri poteri avrebbero corrotto anche i figli. Specialmente Julian, legittimo erede, da tutti conosciuto e temuto come mago più potente del Florean. Spingendosi oltre il velo della Morte, e oltrepassando limiti sconosciuti, sarà proprio Noa a trovare l’arma che i traditori vorrebbero usare contro il fratello. Ma se cercando di salvarlo rischiasse di perderlo per sempre? Una spettacolare avventura fantasy, dall’arguta vena ironica.

L’Incantatore Oscuro è un libro per ragazzi che parte subito con l’azione e che ha un bel universo magico.

Ci troviamo nel regno di Florean e la principessa Noa non ha il tempo di piangere per la morte della madre, che fanno irruzione nel castello degli individui che vogliono uccidere lei, la sorellina minore Mite e suo fratello maggiore Julian. I fratelli scappano di casa, ma giurano di vendicare la loro madre, morta assassinata, e di riprendersi il regno che è caduto nelle grinfie del Consigliere.

Fin dall’inizio il lettore viene catapultato nell’azione e per le prime 150 pagine ci sono un bel po’ di cose che succedono, il tutto alternato dalle informazioni riguardo alle regole del mondo magico che ha creato l’autrice e alcune nozioni sul passato dei tre fratelli.

Ho apprezzato molto l’universo magico particolare e dettagliato.  La magia nasce con le parole e sono riconosciuti ufficialmente nove idiomi magici. Se un incantatore conosce più di un idioma magico  viene definito incantatore oscuro, proprio perché la combinazione delle magie genera magia oscura. Julian oltre a essere l’erede di Florean è, come lo era anche sua madre, un incantatore oscuro che conosce tutti e nove gli idiomi. C’è anche la concezione che chi fa uso di questo tipo di magia è considerata una figura maligna perché esercitare questo tipo di incantesimi avvelena il cuore.

Incantatore si nasce, non si  diventa, è una dote naturale e Noa è l’unica della famiglia a non avere ereditato la magia. Per questo motivo si sente in difetto rispetto al bravissimo e bellissimo fratello maggiore che tutti ammirano, e alla promettente e dotata sorellina minore, ma proprio per il fatto di non poter far conto sugli incantesimi è un’abile stratega e stesso Julia ne riconosce il valore.

Ho trovato la storia movimentata, avvincente e con un ritmo serrato. Forse, proprio perché succedono tante cose però non c’è stato quel tempo di “pausa” per affezionarsi ai personaggi. Tra tutti ho trovato molto interessante Julia, un personaggio ambiguo che oscilla sulla linea che divide l’essere eroe dall’essere cattivo, eppure dinanzi alle due sorelle si trasforma, diventando un fratello premuroso e giocherellone. In più Julia è un personaggio così tanto affascinante da ammaliare sia uomini che donne, lui stesso ha avuto storie con entrambi i sessi,  e ho trovato divertente tutte le volte che qualcuno si avvicina a Noa per avere consigli su come fare buona impressione su suo fratello.

Mite potrei descriverla come una trottola, una bambina piena di vitalità, una combina guai, la tipica rompi scatole della famiglia che però trasmette anche tanta tenerezza.

Noa è un’adolescente con le sue debolezze e le sue mancante. Il fatto di non avere la magia la fa sentire inferiore non solo agli occhi dei suoi fratelli, ma anche dinanzi ai consiglieri che hanno seguito Julian per la ripresa del regno. Eppure cerca di non perdersi d’animo e sfrutta tutte le sue qualità e la sua intelligenza per dare il meglio di sé nelle missioni.

La storia procede in modo serrato con battaglie, strategie, inganni e accordi con mostri, per poi arrivare a una conclusione forse un po’ troppo frettolosa. Nel complesso è stata una lettura avvincente e che mi ha trattenuto.

#Prodottofornitoda @Mondadori

Il cavaliere, il gatto, la ballerina di P. Vlasov e O. Vlasova | Recensione

Esistono due San Pietroburgo, una dentro l’altra. La prima, è quella in cui vive Maša, una ballerina bloccata in una scuola che non ama e con il sogno nel cassetto di danzare a Parigi. La seconda, è quella in cui risiede la magia. Nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo infatti, nascoste nel cuore di quadri, sculture e opere d’arte, albergano le anime degli artisti del passato, pronte a svegliarsi ogni notte. Un viaggio avventuroso in cui Bene e Male si fronteggiano in una lotta senza esclusione di colpi. Sarà la creatività umana a trionfare o l’oblio eterno e l’indifferenza?

Il cavaliere, il gatto, la ballerina è un libro che mi ha molto incuriosito non solo per l’ambientazione russa, ma anche perché il romanzo nel 2015 è stato nominato tra i migliori libri russi per ragazzi alla fiera del libro di Mosca.

Parto con il dire due parole sulla trama.
Ci sono due San Pietroburgo, quella reale e quella legata alla magia, quest’ultima è una San Pietroburgo formata sia dalle creazioni che dai creatori i quali , attraverso le loro opere, vivono dopo la morte. Tutto parte nel Museo dell’Ermitage dove il gatto Vas’ka ha una missione importante e il suo percorso lo porterà a incontrare nella San Pietroburgo reale Maša, una tredicenne che vive per la danza.

Ho amato molto l’ambientazione e il concetto della seconda San Pietroburgo legata allo spirito creativo insieme alla magia. La trama mescola un pizzico di storia, con la comparsa di personaggi importanti come Pietro il Grande (abbiamo anche la presenza costante di Puskin), con la fantasia. Molto interessanti i personaggi, anche se non c’è un grande approfondimento. E’ palpabile il desiderio e il malcontento della piccola Maša, la quale desidera vivere della sua arte. Ho adorato il gatto Vas’ka e il suo senso del dovere, interessante anche il cavaliere e il suo passato.

La storia di base è molto carina e secondo me ci sono anche dei buoni elementi, ma personalmente non mi ha entusiasmata come mi aspettavo. Forse sono partita con troppe alte aspettative in relazione alla fama che ha avuto in Russia. Ciò che non mi ha tanto convinta è lo stile di scrittura che, per i miei gusti, è un po’ troppo descrittivo e a volte l’ho trovato anche un po’ dispersivo. La storia scorre in modo lineare, non c’è molta azione, o comunque mi aspettavo una storia più avventurosa, ma il punto forte è sicuramente l’ambientazione. 

Un libro perfetto per i primi freddi, che vi trascinerà in un’atmosfera invernale, adatto a chi ama le storie che trattato della lotta tra il bene e il male. 

#Prodottofornitoda @DeAgostini

Una storia di stregoneria di Colfer | Recensione

Brystal e i suoi amici hanno salvato i regni dalla minaccia della Regina dei Ghiacci e sono riusciti a far accettare la comunità magica in tutto il mondo. Potrebbero finalmente concedersi di festeggiare, ma quando una strega misteriosa dal nome di Lady Mara arriva all’accademia, tutto cambia all’improvviso. Lady Mara comincia a reclutare fate per la sua scuola di stregoneria rivale, con intenzioni tutt’altro che benevole… Molto presto l’amica di Brystal, Lucy, rimane intrappolata in un complotto oscuro che minaccia di sterminare l’umanità. In giro per il mondo, la pace faticosamente acquisita sta per sgretolarsi e la rabbia per la legalizzazione della magia si sta diffondendo di nuovo in tutti i regni a causa delle menzogne diffuse da un pericoloso clan, noto come la Fratellanza Virtuosa. L’obiettivo è chiaro: sterminare ogni forma di vita magica, a cominciare da Brystal…

Brystal e i suoi amici sono riusciti a trovare un buon equilibrio nel loro mondo: la magia è legalizzata, non ci sono più le persecuzioni nei confronti di chi è considerato diverso, le donne hanno più libertà e la possibilità di avere una giusta istruzione.

La nostra protagonista è fiera di quello che è riuscita a ottenere, ma con la fama e il successo arrivano anche i lati negativi. Brystal si sente sopraffatta da tutta questa responsabilità, si domanda se sia realmente felice, se questa sia la via giusta per lei. Ma il pericolo è dietro l’angolo perché l’antica Fratellanza dei Virtuosi vuole riportare i mondo a come era prima, eliminando tutti i progressi fatti da Brystal e soprattutto vuole uccidere la responsabile dei cambiamenti.

Come nel primo volume, anche in questo non mancano i messaggi portanti della saga di Colfer: libertà, amicizia, coraggio, fiducia in se stessi, parità dei sessi…

L’ambientazione rimane bene o male quella scolastica perché se nel primo capitolo abbiamo conosciuto il mondo delle fate, in questo entriamo in contatto con la magia oscura delle streghe. E sarà proprio Lucy a vedersela faccia a faccia con loro. La cosa che ho apprezzato molto in questo libro è che ci sono due punti di vista: quello di Brystal, la quale è  sopraffatta dall’ansia per la situazione che sta vivendo, e poi abbiamo Lucy, che viene coinvolta in una situazione ambigua con le streghe e si troverà a frequentare la loro scuola.

Proprio perché si parla di stregoneria ho notato un’ambientazione leggermente più cupa, ma ugualmente avvincente come l’atmosfera del primo libro.

In questo secondo capitolo Brystal proverà i primi palpiti di cuore per un ragazzo, verrà messa a dura prova da nemici e situazioni da gestire che l’aiuteranno a crescere e maturare.

Mi aspettavo un volume più lento (in genere nelle trilogie il secondo libro è quello un po’ statico), eppure devo dire che ho trovato un buon ritmo. Tornano vecchi personaggi che mi hanno conquistato nel primo volume, ma ce ne sono anche di nuovi che sono ben caratterizzati. Unica “pecca”, se così vogliamo definirla, è che ho trovato i colpi di scena principali scontati, ma sono sicura che un giovane lettore li apprezzerà molto.

Se avete voglia di una storia per ragazzi scorrevole e che abbia anche dei messaggi importanti di base, continuo a consigliarvi questa serie!

#Prodottofonitoda @Rizzoli

Una storia di magia di Chris Colfer | Recensione

In una sezione segreta della biblioteca in cui lavora, Brystal trova un libro che le svela un mondo incredibile e una stupefacente verità: è una fata! Ma nel Regno del Sud alle donne è proibito leggere e la magia è illegale, così Brystal viene rinchiusa nel terribile Centro di correzione Altostivale. È solo grazie all’intervento della misteriosa Madame Tempofiero che riesce a scappare… e a cominciare una nuova vita in un’accademia di magia! Quando però Madame Tempofiero è costretta a partire per risolvere un problema urgente, Brystal e i suoi compagni di classe si ritroveranno a combattere da soli contro l’oscurità che minaccia il destino del mondo e della magia stessa. Ma ci riusciranno?

Chi si ricorda la serie televisiva Glee?
Chris Colfer non è solo un attore, ma è anche uno scrittore di libri per ragazzi.

Ho letto tempo fa il primo volume della serie La terra delle storie, ma devo dire che la nuova saga che sta scrivendo mi ha colpita particolarmente.

Una storia di magia è il primo volume di una trilogia con un’ambientazione fantastica, fondata su una società patriarcale in cui il ruolo della donna è unicamente quello di spostarsi, fare figli e badare alla casa. Su questo scenario, i quattro regni vietano l’uso della magia, e chiunque appare diverso viene additato come strega o stregone. Brystal è la nostra protagonista, una ragazzina che adora leggere, che non vuole sottostare al ruolo che le è stato imposto, e scoprirà di essere diversa: una fata. 

In questo primo volume ci sono tutti gli ingredienti perfetti per un libro per ragazzi: una scuola di magia, una fata salvatrice, dei ragazzi speciali e incompresi, e un mistero da risolvere. Brystal non sarà sola in questa avventura, insieme a lei si uniranno altri tre ragazzi, ognuno con un dono particolare e con un carattere ben definito. 

Si potrebbe dividere il libro in due parti, nella prima il lettore conosce questo mondo fatto di leggi molto rigide, di ingiustizie nei confronti delle donne (addirittura a loro è vietato leggere). Brystal vive con un padre severo, un giudice dedico al suo lavoro, una madre che cerca di istruirla nell’essere una perfetta donna di casa e i suoi due fratelli,  i quali sono sempre in conflitto tra loro. Ho amato questa prima parte, che forse per alcuni potrebbe risultare un po’ noiosa perché c’è poca azione, ma ho adorato il modo in cui Colfer, pagina dopo pagina, spiega il mondo che ha creato e mette le basi sui temi che tratta quali l’uguaglianza, l’amicizia e il rispetto verso il prossimo che emergono fin dalle prime righe. Per quanto riguarda la famiglia di Brystal ho trovato tutti i personaggi ben delineati e caratterizzati, mi sono innamorata dei due fratelli così diversi tra loro, e spero di leggere ancora di queste due figure nei prossimi volumi. 

La seconda parte è molto più movimentata perché c’è un viaggio, ci sono creature incantate, ci sono gli altri ragazzi che accompagneranno Brystal nella sua avventura. Ho provato fin dall’inizio interesse per Lucy, una ragazzina dal carattere testardo e dallo spirito burrascoso. I ragazzi studiano alla scuola di magia di Madame Tempofiero, una figura frizzante, ma anche molto ambigua. 

Insomma un’avventura colma di temi molto attuali con personaggi che entrano nel cuore. Non vedo l’ora di leggere il secondo volume.

#Prodottofornitoda @Rizzoli

Bethany e la Bestia di Jack Meggitt-Philips | Recensione

Ebenezer Tweezer è un uomo terribile con una vita meravigliosa. Sprizza giovinezza nonostante i suoi cinquecentoundici anni, e ogni giorno sale con slancio i quindici piani del suo palazzo per andare dalla bestia che vive nel sottotetto. Le dà in pasto creature di ogni genere e in cambio vede uscire dalla sua bocca tutto ciò che vuole. Ma quando la bestia si stanca di mangiare uccelli esotici e scimmie ammaestrate, soddisfarla diventa più complicato. È arrivata l’ora di assaggiare qualcos’altro, qualcosa di più tenero e succulento… come un bambino, per esempio!

Una storia per ragazzi che ricorda le tinte un po’ grottesche di Una serie di sfortunati eventi e quella punta di fantasia propria della penna di Dahl!

L’autore ci presenta subito Tweezer, un uomo che dimostra essere un giovane ragazzo, ma che in realtà ha più di cinquecento anni. Il suo segreto? Con lui vive una bestia che una volta all’anno gli dà una pozione per tenersi giovane e immortale. Tweezer ha un solo compito, quello di dare da mangiare alla bestia tutto quello che desidera, ma le cose si complicano quando il mostro decide di voler mangiare un bambino. Così Tweezer andrà all’orfanotrofio e porterà a casa con sé la tremenda e dispettosa Bethany!

Era da tanto che non leggevo una storia così scorrevole e divertente. A primo impatto mi sono trovata a fare il tifo per Tweezer perché Bethany è un’orfana egoista, maligna e dispettosa, come può un lettore affezionarsi a un personaggio del genere? Eppure, mano, mano che si va avanti nella storia, si capisce la vera essenza di questi personaggi. 

Da una parte abbiamo una bambina cresciuta senza genitori e senza amore, che ha imparato ad approcciarsi alla vita in modo prepotente, dall’altra parte abbiamo un uomo, cresciuto in solitudine, circondato solo da oggetti preziosi e dal suo egoismo. Cosa succede se questi due personaggi si trovano a vivere sotto lo stesso tetto? 

La maggior parte della storia si svolge all’interno della lussuosa e prestigiosa dimora di Tweezer, eppure, nonostante l’ambientazione sia sempre la stessa, ho trovato una certa dinamicità nella storia. Il libro è impreziosito da dalle illustrazioni in bianco e nero che per lo stile si addicono all’atmosfera un po’ horror. 

Bethany e la Bestia non è solo un’avventura horror con una punta di ironia, ma è un romanzo che insegna che con il sostegno di chi ci ama possiamo migliorare noi stessi per vivere una vita migliore. 

#Prodottofornitoda @Rizzoli

Quasi come un gatto di Carlie Sorosiak | Recensione

Leonard non aveva mai avuto un nome, o un corpo tutto suo, o un migliore amico. Poi ha incontrato Olive, ed essere un gatto alieno… è diventata un’avventura incredibile. Non tutti i giorni si compiono trecento anni! Ecco perché, per festeggiare l’occasione, agli abitanti di un piccolo pianeta sperduto nella Galassia è concesso trascorrere un mese di compleanno sulla Terra, prendendo la forma che preferiscono. Alcuni scelgono di essere delfini, per vivere nei panni della creatura più intelligente del mondo, altri scelgono il falco, per volare altissimi nel cielo, altri ancora il pinguino, o il lupo… Nessuno vuole diventare un umano. Nessuno tranne l’alieno di questa storia, che invece non vede l’ora di trasformarsi in guardia forestale, con un bel paio di baffi e stivali. Durante il viaggio sulla Terra, però, qualcosa va storto e il festeggiato si ritrova all’improvviso nel corpo di… un gatto in cima a un albero. Nel bel mezzo di una tempesta. A migliaia di chilometri dal punto in cui dovrebbe essere! Per fortuna, un’umana di nome Olive corre in suo aiuto e accoglie l’alieno gatto in casa propria. Decide di chiamarlo Leonard e adottarlo: lo fa dormire nel letto con lei, gli accarezza la testa, gli racconta i suoi segreti. Leonard è così felice che gli sembra di volare e vorrebbe che questo compleanno non finisse mai. Ma che cosa direbbe Olive se scoprisse la sua vera identità?

Il protagonista è un alieno che per il suo trecentesimo compleanno ha la possibilità di passare un mese sul pianeta terra per studiare gli umani. Il suo desiderio è quello di prendere le sembianze di una guardia forestale, ma qualcosa va storto durante il viaggio e si troverà nel corpo di un gatto.  Nel momento del pericolo arriverà una ragazzina di undici anni a salvarlo che lo terrà con sé dandogli un nome: Leonard.

Ci sono quelle letture che hanno il potere di farti “respirare”, di sollevarti lo spirito con una storia spensierata, ma anche piena di sentimento e di bei messaggi. Quasi come un gatto è una lettura che mi ha tirato su con il morale per la sua dolcezza.

La storia è vista tutta dal punto di vista di Leonard. L’alieno/gatto studia gli umani, in particolar modo la vita della piccola Olive, un’undicenne che vive una situazione familiare non piacevole: ha perso il padre e non accetta il nuovo compagno della madre. A questo si unisce anche il fatto che Olive è una ragazzina che non riesce a relazionarsi con gli altri e ha difficoltà a fare amicizia, ma con Leonard nasce subito una bellissima sintonia. 

Il lettore segue la crescita del simpatico Leonard, il quale scopre tanti aspetti degli umani che prima non conosceva, e il percorso della tenera Olive, la quale instaura una profonda amicizia con il suo gatto. La storia prosegue con un ritmo ben cadenzato tra momenti divertenti e attimi toccanti. 

Un romanzo dolce, divertente che parla di amicizia, di crescita, e soprattutto di famiglia. Una storia che ti cattura con la sua leggerezza e alla fine ha il potere di farti provare una stretta di commozione alla fine.

#Prodottofornitoda @DeaPlanetaLibri

La più grande di Davide Morosinotto | Recensione

Canton, 1770. Shi Yu non ha mai conosciuto i suoi genitori. Ha sei anni e lavora per l’irascibile locandiere Bai Bai, che non le risparmia insulti e frustate. Un giorno, alla locanda Yu incontra Li Wei, un ragazzino esperto di arti marziali. Yu lo convince a insegnarle a combattere: la ragazza ha talento, si vede subito. Quando, pochi anni dopo, viene rapita dai pirati della ciurma del terribile Drago d’Oro, a salvarle la vita è proprio la sua abilità nella lotta: invece di ucciderla, Drago d’Oro la arruola nell’equipaggio. È l’inizio dell’ascesa di Yu nel mondo della pirateria. A diciannove anni diventa comandante di un’intera flotta, che in breve arriva a contare più di cento navi. Il suo nome terrorizza il Mar della Cina, la sua forza sembra inarrestabile Ma la straordinaria fama di cui gode le ha creato un nemico, tanto potente quanto misterioso, che è pronto a tutto pur di distruggere il wushu dell’Aria e dell’Acqua, lo stile di arti marziali leggendario di cui la ragazza è diventata l’ultima maestra. Un’avventura mozzafiato e un romanzo di formazione, ispirato alla storia vera di Ching Shih, che comandò la più grande flotta pirata di tutti i tempi.

E’ così che funziona il mondo. […] E l’ho imparato fin da quando ero bambina e facevo la serva in una locanda. Se vuoi sopravvivere non puoi lasciarti schiacciare. Devi guadagnarti il rispetto degli altri. La faccia, come la chiama Abbondanza. E l’unico modo per riuscirci è essere forte.

In una Cina del Settecento il lettore conosce Shi Yu, un’orfana che prima lavora come serva in una locanda, poi stanca di subire soprusi decide di imparare le arti marziali grazie all’incontro fortuito con un ragazzino di nome Wei e suo nonno. Questo è solo l’inizio della storia di Yu, una ragazzina che comanderà la più grande flotta pirata.

Un romanzo di formazione che ho trovato interessante e introspettivo. Morosinotto si ispira alla vera storia di Ching Shih, una pirata cinese che ha terrorizzato il mare della Cina andando in conflitto con le più grandi nazioni come l’impero britannico.

Il romanzo ha un ritmo a tratti un po’ lento, i capitoli sono divisi in modo da scandire le fasi della crescita della protagonista partendo da quando ha sei anni. Il lettore si affeziona a Shi Yu che all’inizio è una bambina spaventata dal mondo che vuole diventare forte per difendersi, poi percorre la sua strada da pirata, affronta le avversità della vita a testa alta, si innamora, si troverà ad avere a che fare non solo con battaglie, ma anche con chi è pronto a pugnalarla alle spalle.

L’ambientazione è ben curata, l’autore ci tiene a descrivere non solo per bene gli ambienti, ma anche la cultura orientale che è particolare e affascinante. Lo stile di scrittura è scorrevole, ma a tratti un po’ troppo descrittivo per i miei gusti.

Il romanzo si incentra su Shi Yu, ma compaiono tanti personaggi con soprannomi bizzarri e divertenti, infatti all’inizio del romanzo c’è un piccolo elenco che li segna tutti. Sono una lettrice che ha parecchia difficoltà a seguire la storia quando ci sono troppo personaggi, ma il glossario mi è stato molto utile.

Un romanzo di formazione intenso che secondo me non è solo adatto ai ragazzi, ma anche a un pubblico più grande. Si parla di coraggio, di forza e di una donna che prende in mano la sua vita.

#Prodottofornitoda @Rizzoli

Blitzcat. Se il mondo cade a pezzi di Westall | Recensione

Blitzcat. Se il mondo cade a pezzi 

Robert Westall

Lord Gort è una gatta nera testarda e senza paura, ma non ha mai vissuto lontano da Geoff, un ragazzo silenzioso che la guarda sempre con occhi intensi. Quando però allo scoppiare della Seconda guerra mondiale il giovane viene mandato oltre mare a combattere, la gatta è costretta a iniziare una nuova vita senza di lui. Le giornate sono lunghe. L’attesa straziante. E Lord Gort non è una felina abituata ad aspettare. Guidata da un infallibile sesto senso, la gatta decide allora di partire alla ricerca del suo compagno. Pur di ritrovarlo, è disposta a correre qualsiasi pericolo: non importa se perderà l’udito a causa dei bombardamenti o se rischierà la vita perché qualcuno è convinto che i gatti neri portino sfortuna. Il legame tra loro è più forte delle armi e della guerra, e l’unica cosa che conta è ritrovarsi. Anche a costo di attraversare un mondo che cade a pezzi.

 

Prima di partire ogni soldato le accarezzava la schiena. Se Lord Gort perdeva un baffo, veniva raccolto all’istante e conservato in una tasca dell’uniforme come una reliquia. 

Nel pieno della seconda guerra mondiale, una gatta nera, testarda e senza paura decide di intraprendere un viaggio alla ricerca del suo umano che viene mandato oltre mare a combattere.

Apprezzo molto i romanzi storici, ma soprattutto nell’ambito della letteratura per ragazzi mi piace scoprire come gli autori trattano della seconda guerra, evento storico che ancora oggi è considerato molto delicato. Westall mi ha incuriosito molto per la chiave di lettura che ha scelto perché la storia è narrata attraverso lo sguardo del felino.

La gatta nera parte per il suo viaggio, incontra molti personaggi tra civili e soldati, e si limita a osservare le loro situazioni: le ansie, le paure e il terrore che porta lo stato di guerra. Westall narra non solo le varie esperienze di questo periodo storico, ma tratta anche di un fenomeno che vede protagonisti i felini, ovvero lo psicoritrovamento. Si tratta di una teoria seconda la quale i gatti posso ritrovare la strada di casa anche a distanza di parecchi chilometri. 

Ho apprezzato molto l’idea del libro e la chiave di lettura che ha dato Westall, mi è piaciuto seguire il viaggio della gatta nera, la quale a volte aveva un ruolo attivo altre volte più passivo nella narrazione, e  le situazioni delle persone le ho trovate realistiche e curate. La lettura però non l’ho trovata molto scorrevole per lo stile che, per i miei gusti, è un po’ descrittivo e povero di dialoghi, ma ovviamente è un parere molto soggettivo questo. 

Nel complesso l’ho trovata una lettura per ragazzi piacevole, che con i toni giusti racconta la crudeltà della guerra attraverso gli occhi di una gatta che è alla ricerca del suo umano. 

#Prodottofornitoda @DeaPlanetaLibri