Presentati.
Ciao, sono Fabio, nella vita vera mi occupo di web marketing, cercando nel frattempo di essere un bravo marito (ma qui mia moglie potrebbe avere da ridire) e babbo. Ah, poi ogni tanto scrivo…
Come è nata la passione per la scrittura?
La passione per la scrittura nasce quando ero ancora bambino: ricordo i primi racconti scritti nei quaderni o con la vecchia macchina da scrivere di mio nonno. Ma sicuramente nasce in parallelo alla passione per la lettura.
Qual è il tuo stile?
Mi piace scrivere “all’antica”: i miei insegnanti di scrittura creativa si lamentano dei dialoghi indiretti, delle allusioni che uso al posto delle descrizioni accurate, dei periodi brevi. Ma se mi impegno (e se si vuole pubblicare con una casa editrice è necessario) supero tutti questi miei “difetti di stile”.
Il genere letterario che preferisci di più?
Mi piace scrivere weird, sword and sorcery, fantasy e fantascienza. Come lettore… gli stessi generi.
Quale genere letterario non ti piace?
In generale mi piacciono quasi tutti i generi, ma probabilmente non mi vedrete mai sfogliare “50 sfumature di grigio”…
Come nascono le tue storie?
In alcuni casi un’idea estemporanea, un articolo di giornale, una ricerca (ad esempio per la serie Il Cacciatore di Incubi il folklore locale). Una volta che l’idea è ben chiara in mente e la trama delineata, il resto è quasi automatico.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sicuramente mi immedesimo nei personaggi, ma cerco di mettere un po’ di me in tutti i protagonisti (e anche negli antagonisti…). Se ti immedesimi troppo in un solo personaggio, poi rischi di “volergli troppo bene”.
Come è nata la tua ultima opera?
Solitamente scrivo racconti, quindi ho lavorato su più progetti contemporaneamente. È appena uscito “Il tramonto dei Gufi”, un racconto di fantascienza sociale per Delos Digital che nasce da alcune notizie sull’utilizzo dei rapaci per la guerra ai droni negli USA. Ad Agosto invece uscirà il terzo capitolo de Il Cacciatore di Incubi, “Il Libro del Comando”, ispirato al folklore e alle leggende dei Monti Sibillini, nelle Marche colpite dal terremoto (che è il seguito di “Il Cacciatore di Incubi” e “La Città Sotto il Mare”).
Stai lavorando a qualche altro libro?
Ho appena concluso la prima stesura di un racconto lungo, un hard-boiled ambientato in India, e sto lavorando su un altro paio di racconti: un sanguinoso Sword & Sorcery e un vaporoso steampunk. Ah, ovviamente ogni tanto scrivo racconti brevi weird per il secondo volume di Terrore Abissale.
Il tuo sogno?
Il mio sogno è scrivere un bel romanzo, visto che sono “specializzato” in racconti lunghi. Anche se ammetto che con l’avvento degli e-book, il racconto è tornato parecchio di moda per le case editrici digitali.
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Presentati.
Mi chiamo Domenico Andrea Schiuma, ho 21 anni e abito a Modugno, in provincia di Bari. Studio Scienze Politiche a Bari. Le mie principali passioni, oltre ovviamente alla lettura e alla scrittura, sono la chitarra classica e di recente anche le serie tv. Colleziono sfere di vetro come ricordi dei miei viaggi (di quelle con dentro la miniatura di un monumento e la neve). Mi piacerebbe tanto un giorno imparare a suonare i bicchieri di cristallo.
Come è nata la passione per la scrittura?
Quando avevo cinque o sei anni, non mi ricordo di preciso in quale occasione, mi regalarono un quadernone rosso. Iniziai a scriverci poesie: all’epoca ne ero molto soddisfatto, a rileggerle ad anni di distanza mi fanno sorridere, ero solo un bambino. Alle medie ho sentito la passione per il giornalismo, una strada che sto cercando di percorrere. Alla narrativa mi sono avvicinato solo più in là, al liceo.
Qual è il tuo stile?
Non mi piace l’idea di avere “uno e un unico” stile. Mi piace sperimentare, combinare, provare vie nuove. A mio modo di vedere certe idee, certe storie ti inducono naturalmente a preferire un tipo di scrittura, un registro stilistico rispetto a un altro. Io cerco di capire di volta in volta quale registro si adatta meglio alla trama che ho in mente. Nel primo romanzo, ad esempio, ci sono delle parti scritte in modo più secco e giornalistico e altre invece più liriche, perché mi sembrava giusto fosse così.
Il genere letterario che preferisci di più?
Adoro i classici, prima di tutto. Non ho una predilezione per un genere in particolare, cerco di leggere un po’di tutto.
Quale genere letterario non ti piace?
Più che dei generi, ci sono dei tipi di storie che non apprezzo molto. Quelle poco originali, in primis; quelle dove tutto finisce bene alla “e vissero tutti felici e contenti”; quelle in cui i personaggi sono degli stereotipi e non delle persone con la loro peculiare personalità (scusate il gioco di parole); quelle troppo rosa e troppo sdolcinate.
Come nascono le tue storie?
Possono nascere in tanti modi. L’idea può venire parlando con una persona, osservando il mondo che mi sta attorno, pensando. In genere c’è sempre qualcosa di personale nelle mie storie. Credo che per uno scrittore (o aspirante tale come me) sia molto importante parlare con le persone, guardarsi intorno, ricercare, insomma sintonizzarsi con la realtà di oggi e se necessario anche con quella di ieri.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sì, ma non del tutto. Di solito i miei personaggi sono costruiti unendo i tratti psicologici di persone di mia conoscenza. C’è anche qualcosa di mio in loro, ma non solo. Per questo motivo l’immedesimazione c’è ma non del tutto.
Come è nata la tua ultima opera?
L’idea per il primo romanzo è nata in questo modo. Ero in pizzeria con degli amici: ci stavamo divertendo, poi è arrivato il classico momento in cui nessuno sa più cosa dire. Nel silenzio imbarazzante ho notato che al tavolo vicino al nostro erano sedute due donne giovani: parlavano di uomini, di relazioni amorose. Le ho ascoltate per qualche secondo, poi mi sono chiesto: come sarebbe la vita di una persona che vive solo attraverso le storie rubate agli altri?
Stai lavorando a qualche altro libro?
Ho diverse idee ma poco tempo per seguirle tutto: dovrò operare una selezione e dare priorità alla strada che ritengo più percorribile. In sintesi la risposta alla domanda è sì: sto lavorando a un altro libro, ma non so ancora quale.
Il tuo sogno?
Il sogno “per la vita” non lo rivelo, per scaramanzia. Quello letterario più che altro è una speranza: che chi legge i miei racconti e i miei romanzi possa emozionarsi durante la lettura, provare emozioni, sensazioni. A mio modo di vedere la critica peggiore che chi scrive un romanzo possa ricevere è:”Il tuo romanzo non mi ha lasciato nulla, è freddissimo”. Mi piacerebbe poter lasciare un segno, anche sottolissimo, nelle vite di chi si imbatte nel mio scritto.
Contatti:
Pagina facebook: https://www.facebook.com/andreaschiumascrivano/
Blog: http://paginedellenostrevite.blogspot.it/
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Presentati.
Mi chiamo Nicola De Stefano e sono nato il 22/03/1992. Sono cresciuto in una piccola città del cosentino, Laino Borgo. Dal 2011 vivo a Siena e frequento l’ultimo anno di università dove sono iscritto al corso di laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche.
Come è nata la passione per la scrittura?
Quasi per gioco, per provare a scrivere le mie idee e condividerle. La possibilità di decidere i personaggi e le loro azioni, di creare un qualcosa così come lo vedo e poterne decidere il destino.
Qual è il tuo stile?
Cerco di dare più sfumature a quello che scrivo. Nella vita viviamo diversi momenti con diversi stati d’animo e in quello che scrivo cerco di riportare le stesse sensazioni. A prescindere dal genere, preferisco inserire una vena romantica, divertente, riflessiva, arrabbiata, delusa. Mi piace l’idea di coinvolgere anche un lettore non appassionato di un determinato genere, che però possa magari rivalutarlo proprio grazie a questo mix di stile. Non mi piace seguire un binario, un viaggio è ancora più bello se osservi il panorama prima di giungere alla meta.
Il genere letterario che preferisci di più?
Amo i thriller e i gialli in generale. Mi piace la suspance e cercare di interpretare i singoli personaggi mettendomi alla prova nello scoprire il finale prima del volere dello scrittore.
Quale genere letterario non ti piace?
Se scritto bene ogni libro e genere ha il suo fascino. Non c’è un genere che non mi piace in assoluto. Meno degli altri direi i romanzi rosa ma si può imparare ed apprezzare tutto da qualsiasi cosa se fatta bene.
Come nascono le tue storie?
Pagina per pagina. Di notte, nel silenzio più assoluto, lascio la mia mente fantasticare su una trama in generale, mi metto al pc e lascio che la storia venga da sé. Inserisco nel tema principale scene vissute o sentite da persone a me vicine per arricchire il testo e sentirlo ancora di più mio.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sempre. Penso che vivere il personaggio possa dar modo di conoscerlo meglio. Anche il cattivo nei libri è una persona come un’altra, con dei propri sentimenti e idee giuste o sbagliate esse siano, esattamente come l’eroe. Per scrivere un libro bisogna, secondo me, esserne parte. Chi legge un libro cerca di entrare nella trama e se non lo fa l’autore stesso si rischia di essere troppo freddi e anche se può sembrare strano, si prendono le parti di un determinato personaggio etichettando i protagonisti frettolosamente. L’antagonista non ha la faccia del cattivo, non vive nell’ombra, anzi, come nella vita reale è uno dei tanti. E il buono non è l’essere perfetto, avrà anch’esso vizi e virtù. La differenza consiste in alcune determinate scelte non dal vestito che portano.
Come è nata la tua ultima opera?
Semplicemente dal voler scrivere una storia su un’idea nata così dal nulla. Una storia che ha iniziato a coinvolgermi sempre più fino a diventare realtà.
Stai lavorando a qualche altro libro?
Sto scrivendo un nuovo thriller e ho qualche progetto.
Il tuo sogno?
Riuscire in quello che faccio ed essere apprezzato. E se proprio devo sognare in grande, vedere un mio libro trasformato in film.
Contatti: e-mail nico.destefano92@gmail.com
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Presentati.
Sono Francesco, ho 25 anni e amo scrivere.
Come è nata la passione per la scrittura?
Da piccolo avevo sempre la testa tra le nuvole e fantasticavo molto. Poi dopo molti anni ho scoperto che potevo mettere tutto penna su carta.
Qual è il tuo stile?
Fantasy con una buona miscela di thriller storico.
Il genere letterario che preferisci di più?
Thriller storico.
Quale genere letterario non ti piace?
Horror fantasy.
Come nascono le tue storie?
In maniera del tutto casuale, non saprei spiegarlo con precisione. La mia creatività sprigiona fantasia e io scrivo quello che mi passa per la testa.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Spesso sì anche perché come si dice essi rispecchiano in parte l’autore.
Come è nata la tua ultima opera?
È nata prima come storie sparse e qualcuno mi disse che potevo farne un romanzo. Difatti i personaggi sono tantissimi.
Stai lavorando a qualche altro libro?
I promemoria sono pieni. Certo il continuo del mio primo libro “I guardiani dell’Efterion” perché di loro non mi stanco mai…
Il tuo sogno?
Che la scrittura possa rendermi una persona realizzata.
Contatti:
https://www.facebook.com/francesco.ambrosio.735?fref=ts Profilo personale
https://www.facebook.com/Efterion90/?pnref=lhc Pagina autore
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Presentati.
Mi chiamo Marco Mazzanti, vivo, studio e lavoro a Roma. Sono timido, ma tendo a sciogliermi e quando mi apro risulto, dicono, anche assai divertente e simpatico.
Come è nata la passione per la scrittura?
È nata come un bisogno che ancora adesso non so spiegare. Rispetto a quanto accade alla maggior parte di chi scrive, la scrittura, più passano gli anni, diventa per me “organica” e intima. Per un periodo ho anche preso in considerazione di non pubblicare più (chi mi obbliga, del resto?), poi è arrivata la proposta da parte di Le Mezzelane Casa Editrice, ho accettato e ho sentito la giusta spinta a continuare e, quindi, a mettermi in gioco.
Qual è il tuo stile?
La parola spetta a chi legge.
Il genere letterario che preferisci di più?
La narrativa di ambientazione contemporanea, in particolare la narrativa che analizza problemi sociali o globali della nostra epoca; il realismo magico; ho poi una predilezione per la fantascienza filosofica. Solaris, di Stanisław Lem, tanto per citare un celeberrimo esempio.
Quale genere letterario non ti piace?
I romanzi rosa. Direi inoltre i gialli di stampo classico, ma fondamentalmente è un pregiudizio, me ne rendo conto; in realtà dipende molto da come un libro è scritto, se mi prende, se lo stile mi piace, se i personaggi sono vivi e accattivanti. Stesso discorso per un romanzo rosa 😉 O per qualsiasi altra opera di qualsiasi altro genere.
Come nascono le tue storie?
Nascono a volte come rielaborazione fantasiosa di frammenti di vita personale, nascono ancor più spesso da emozioni, da riflessioni, da suggestioni, e poi di nuovo da emozioni.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sì, mi immedesimo, o meglio li ascolto, parlo con loro, mi affeziono a loro, ma non sempre mi rispecchio nei loro comportamenti e modi di pensare. Loro hanno la loro vita, io la mia.
Come è nata la tua ultima opera?
Due anni fa Michela Zanarella mi propose di scrivere una raccolta di poesie. È venuto fuori un libro che raccoglie poesie e racconti. Il racconto lungo, nella seconda parte, chiude il cerchio. Si tratta di un romanzo, nel suo complesso.
Stai lavorando a qualche altro libro?
Diciamo che sto ascoltando e sto parlando con dei nuovi personaggi 😉
Il tuo sogno?
Vivere una vita semplice, fatta di un lavoro che mi dia la giusta stabilità economica, insieme agli amici e agli affetti. Il resto è tutto materialità, a parer mio.
Grazie, Stefania, per questa intervista.
Contatti: http://lemezzelane.altervista.org/index.html
http://ragazzidicarta.jimdo.com/
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Ciao sono Alessandra, ho 25 anni. Sono laureata in lettere con indirizzo in comunicazione e ho frequentato il liceo classico. Ragione e Follia è la mia prima pubblicazione, scritto a 19 anni e pubblicato a settembre dell’anno scorso nella sua prima edizione. A giugno di quest’anno è uscita la seconda edizione.
Come è nata la passione per la scrittura?
Per quanto riesca a ricordare, ancor prima di imparare a scrivere, alla scuola materna, sentivo l’esigenza di mettere nero su bianco le mie fantasie di bambina. Stando ai racconti della mia mamma, ha smesso presto di leggermi le fiabe per farmi addormentare, poiché io insistevo per imparare a leggerle da sola e volevo essere io a raccontare le mie storie inventate a lei. Questo non mi conciliava il sonno!
Qual è il tuo stile?
Il mio stile varia a seconda del tipo di storia. Nel caso di Ragione e Follia ho scelto una scrittura semplice ed essenziale. Il mio obiettivo era quello di non perdermi in dettagli poco funzionali allo svelamento della verità: se leggendo troverete un dettaglio in una descrizione, quello sarà di certo anche un indizio!
Il genere letterario che preferisci di più?
Non saprei dire che genere prediligo entro quelli canonici. I miei libri preferiti sono quelli che mi costringono ad interrompere la lettura per aprirmi a riflessioni che mi arricchiscano e che possa rielaborare all’interno di nuove storie per arricchire i miei lettori.
Quale genere letterario non ti piace?
Il genere letterario che mi piace, come esposto nella risposta precedente, spazia trasversalmente in tutti i generi, quindi non è facile individuare un genere che non mi piaccia. Devo ammettere però di essere meno attratta dalle presunte ‘storie vere’. Se sono ‘storie’, non possono essere letteralmente ‘vere’. Non amo gli scrittori che ingannano i lettori con l’ambizione di ‘raccontare i fatti in modo oggettivo’. La verità in letteratura, come in tutta l’arte, non è mai quella dell’apparenza, ma dell’invisibile.
Come nascono le tue storie?
Nascono sempre dalla volontà di trasmettere tratti di umanità attraverso storie di fantasia. Il mio obiettivo è quello di poter inquadrare tutti questi tratti un giorno e, solo allora, potrò scrivere poesie.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Tanto quanto mi immedesimo nelle persone che incontro nella vita reale. Non amo espormi troppo personalmente nel dare voce ai miei personaggi. Non voglio parlare di me e non per una questione di difesa della mia privacy, quanto perché lo trovo poco interessante per i miei lettori.
Come è nata la tua ultima opera?
Da una serie di combinazioni. Da un sogno avuto la note precedente l’inizio della stesura, ma anche da una persona complessa che ho avuto modo di conoscere a fondo, dall’idea che porre la ragione e la follia agli antipodi sia una categorizzazione troppo azzardata e astratta…
Stai lavorando a qualche altro libro?
Sì! Proprio ora sto ultimando una raccolta di aneddoti molto diversi fra loro per stile e contenuto, ma tenuti strettamente insieme da una misteriosa storia.
Il tuo sogno?
Continuare a fare quello che sto facendo per tutta la vita.
Autore: Francesca Angelinelli
Genere: Fantasy Young Adult
Serie: Dream – La trilogia delle fate
Pagine: 352
Prezzo: ebook: 2,99 – cartaceo: 16,90
Editore: Youcanprint – self publishing
Data di uscita: 01/06/2016
ISBN cartaceo: 9788892610668
ISBN ebook: in attesa di assegnazione
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Sinossi: Serena è una liceale come tante, gioca a pallavolo, vorrebbe andare all’università,Francesca Angelinelli è interessata fin dall’infanzia a un ragazzo e alle porte dell’estate desidera a tutti i costi partecipare al campeggio estivo organizzato dalla scuola, ma un problema che la perseguita fin dall’infanzia potrebbe impedirglielo, un problema legato ai suoi sogni. Ma sarà proprio nei sogni che la sua vita prenderà una nuova e inaspettata strada…
Autrice: Dopo aver frequentato corsi di scrittura creativa e essersi dedicata alla stesura di racconti, Francesca Angelinelli esordisce nel 2007 con i primi due romanzi di una serie fantasy orientale, Chariza. Il soffio del vento e Chariza. Il drago bianco, editi da Runde Taarn Edizioni. Nel 2009 esce il suo primo romanzo non ispirato all’oriente, il paranormal romance Werewolf, per Linee Infinite Edizioni. Il 2010 è l’anno del suo ritorno al fantasy orientale con la raccolta Racconti di viaggio del monaco Kyoshi, vincitrice della seconda edizione del Premio di Narrativa Fantastica – Altri Mondi e edita da Montag Editore, e con la pubblicazione del primo volume della Serie delle Cucitrici, Kizu no Kuma. La cicatrice dell’orso, per i tipi di Casini Editore, primo volume del progetto Ryukoku Monogatari. Negli anni alcuni racconti brevi sono pubblicati in riviste e antologie e dal 2013 decide di passare al selfpublishing, prediligendo il formato dell’ebook e rilanciando così la serie Ryukoku Monogatari dedicata al fantasy orientale. Ad oggi ha al suo attivo numerose pubblicazioni sia come selfpublisher che con case editrici. Dream. Il sogno delle fate è il suo primo romanzo young adult.
Contatti: facebook https://www.facebook.com/FrancescaAngelinelliAutrice/
twitter https://twitter.com/FraAngel82
sito: www.francescaangelinelli.it
Ho il piacere di ospitare la IV Tappa di questo fantastico blog tour con un’intervista alla scrittrice.
Francesca Angelinelli è un’autrice che esordisce nel 2007 e che ambienta le sue storie in scenari fantastici e magici.
Come nasce la passione per la scrittura?
Nasce già da bambina. Per fortuna i miei genitori erano ancora di quelli che leggevano le favole della buona notte e, col gusto di ascoltare storie, è nato anche quello di raccontarle.
Qual è il tuo rapporto con il genere fantasy?
È un genere che amo molto, sia come autrice che come lettrice. Anche se ultimamente come lettrice sono terribilmente latitante.
Ad ogni modo, come lettrice mi piace in tutti i suoi aspetti, non sono affezionata a un solo filone e anche come autrice mi piace sperimentare sempre nuovi punti di vista del genere fantastico. Non amo seguire le mode, per cui facilmente non avrò letto l’ultimo best seller (sorry!), ma mi piace molto andare in cerca di romanzi particolari e originali. Anche per questo, negli anni, ho spesso preferito autori italiani a quelli stranieri.
La maggior parte dei tuoi libri si basano sul fantasy orientale, ma Dream. Il sogno delle fate è il tuo primo romanzo young adult. Durante la stesura in quale dimensione ti sei sentita più a tuo agio: nel mondo esotico di Chariza o in quello della liceale Serena?
Domanda difficile…
Sono due mondi molto diversi, certo, e anche le due protagoniste hanno un universo interiore che per forza di cose mi ha spinto a mettermi a confronto con modi di pensare, di dire e di fare differenti.
Posso dire che l’universo di Chariza, lo Si-hai-pai, è una mia creatura, ispirato alle culture dell’estremo oriente, certo, ma comunque un mondo dove potevo muovermi come meglio preferivo (fermo restando il fatto di rimanere coerente e plausibile con l’universo che avevo creato).
Il mondo di Serena è il nostro, quanto mai reale visto che la storia è ambientata per buona parte del primo libro tra Macugnaga e Verbania (luoghi scelti perché sono mete di molte delle mie gite estive). Inoltre Serena è un’adolescente e ormai io ho passato quell’età da qualche anno.
Sono state due belle avventure entrambe, ognuna mi ha messa di fronte a delle sfide che spero di aver superato scrivendo delle buone storie… ma questo solo i lettori lo potranno dire.
Come è nato Dream?
Da una gita al Lago delle Fate con mio marito, fatta per la prima volta nel… 2012 (se non ricordo male). Poi ci sono tornata molte volte e, a dire il vero, ci ero già stata in precedenza, ma quella giornata ha fatto scattare la scintilla… quella lampadina che si accende quando sta arrivando una nuova storia.
C’era il lago, le montagne, la città morta, era estate… insomma tutto sembrava perfetto per raccontare una storia d’amore e magia.
C’è qualche personaggio a cui sei particolarmente affezionata?
Due, ma uno lo conoscerete solo nel secondo volume. Per cui… Silvia. Io che amo i personaggi secondari non potevo non affezionarmi alla Principessa dell’Inverno. In realtà, se guardiano bene la sua storia, anche lei sarebbe stata una protagonista perfetta, in realtà è la protagonista della sua storia.
Mi piace perché è combattuta, forse più di Serena stessa perché “lei sa”. Mi piace come riesca ad essere presente nella storia, pur essendo fuori scena per la maggior parte del tempo. Mi piace perché ha quell’aria da femme fatal, che è più che altro una maschera. E poi solidarizzo con lei per le scelte che nei confronti di Serena. Insomma, Silvia è sicuramente uno dei personaggi di Dream che ho preferito creare e gestire.
A chi consiglieresti Dream. Il sogno delle fate?
Banalmente a chi, per età o per passione, legge fantasy young adult. Poi però direi… a tutti, a tutti coloro che amano le storie di fate e di amore, di magia e di mistero. Se lo ha letto mio marito che ha 53 anni non aveva mai presto in mano un fantasy (nemmeno uno dei miei precedenti) ed è riuscito a finirlo, divertendosi, penso che non ci siano più limiti alla provvidenza.
Cosa dobbiamo aspettarci dal secondo volume? E quando è prevista l’uscita?
L’uscita è prevista per il 2017. L’ossatura, lo schema, buona parte dei dialoghi, sono pronti… appena smetterà di fare questo caldo atroce mi butterò sulla stesura effettiva, anche perché ho molta voglia di introdurre il mio secondo personaggio preferito!
Aspettatevi colpi di scena, un cambio di ambientazione e altre scelte, sempre più difficili, che attendono la nostra Serena.
Progetti futuri?
Completare la Trilogia delle Fate con Magic, ultimo capitolo della saga, e portare avanti la serie di Chariza con altri racconti brevi. In attesa delle pubblicazioni già previste con Genesis Publishing, ovvero la raccolta di racconti “Monogatari” e il romanzo “Shinigami&Cupcake”.
Ringrazio l’autrice che ha risposto alle domande e vi ricordo i prossimi appuntamenti e il giveaway in corso!
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