Aveva indugiato troppo a lungo sulla sedia del tatuatore, sopportando l’ago e il dolore e i ricordi, mentre lo osservava dare gli ultimi ritocchi al lupo nero. Era stata la sua quinta e ultima visita al piccolo laboratorio del retrobottega, con le sue boccette d’inchiostrto e la poltrona in cuoio screpolato.
Cinque visite per coprire i numeri storti sul braccio sinistro.
Cinque visite per cinque lupi. Ora saltavano, si accalcavano ululando, su fino al gomito. Neri e irrequieti, come se volessero balzarle fuori dalla pelle.
Babushka, mamma, Miriam, Aaron-Klaus, Vlad.
Cinque nomi, cinque storie, cinque anime.
2 pensieri su “Recensione: Wolf. La ragazza che sfidò il destino di Ryan Graudin”
chiccaPubblicato in data5:27 pm - Mag 19, 2016
bella recensione
Stefania SianoPubblicato in data5:30 pm - Mag 19, 2016
Grazie Chicca 🙂