Katja è una bambina che vive con i genitori in una cittadina di periferia al decimo piano di una casa prefabbricata di epoca sovietica. Nel mondo di Katja dalla ciminiera della fabbrica esce un drago dal muso affilato, le macchie sul soffitto si trasformano in figure umane e le colonne di numeri prendono le sembianze di una poesia. Ma al mondo circostante Katja non serve: i ragazzini la prendono in giro e i grandi non hanno forze e tempo da dedicarle. E Katja trova una via di uscita; ma a quel punto si intromette uno spirito del folclore russo, la kikimora, che vive dietro ai fornelli della cucina. Insieme le due si avventurano in un viaggio spericolato che le porta a superare in crudeltà coloro che le avevano tormentate.
All’improvviso Katja iniziò a parlare, a lamentarsi: aveva capito che nessuno le voleva bene e e la voleva ascoltare, e comprendere, e aiutare. Che Katja voleva bene alla mamma, mentre la mamma non le voleva bene come avrebbe dovuto. […] Che Katja un pochino voleva bene al padre, mentre lui, q quanto pareva, la odiava proprio […]
Katja è una bambina che vive in una cittadina di periferia in una casa prefabbricata di epoca sovietica e ha un rapporto complicato con i genitori: il padre sembra odiarla, mentre la madre è succube del marito. Entrambi non l’ascoltano e non le pongono le giuste attenzioni, troppo presi dalla routine quotidiana. I problemi della protagonista continuano anche quando va a scuola perché non riesce a relazionarsi con i suoi coetanei, i quali non perdono occasione nel prenderla in giro. Per Katja la vita è difficile, stancante, è costretta a isolarsi per proteggersi. Durante la giornata fa il conto di quanto manca alla sera perché è l’unico momento in cui è in pace con se stessa.
La storia si focalizza sulla protagonista, una bambina che non si sente amata, non si sente compresa e che soprattutto non viene ascoltata. Questa situazione non fa altro che farla chiudere in se stessa arrivando a isolarsi dal mondo. Durante le giornate succedono dei fatti misteriosi a casa di Katja, oggetti che scompaiono o che si rompono e poco dopo la protagonista scoprirà la colpevole: una Kikimora.
La Kikimora è una figura del folclore russo che si presenta come una creatura silenziosa, stramba non solo nel comportamento, ma anche nell’aspetto. Katja inizierà in viaggio con la Kikimora e per la prima volta inizierà ad aprirsi, a parlare, a sfogarsi e questi piccoli gesti l’aiuteranno a infrangere quel muro che si era costruita.
Si tratta di una storia dove emerge il realismo magico con elementi onirici, lo stile di scrittura è ricercato, ma a volte l’ho trovato non fluido e questo spesso mi ha reso un po’ “pesante” la lettura. La storia si focalizza molto sulla descrizione delle giornate di Katja, approfondendo il suo stato d’animo e la sua solitudine, solo a metà libro incontrerà la Kikimora che smuoverà un po’ la narrazione.
Quando manca alla sera è un romanzo che consiglio a chi si è sentito o si sente solo e incompreso, e a chi è curioso di conoscere la figura del folclore russo, la Kikimora.
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