Quando un giornalista tedesco di ventinove anni si reca in Giappone per un reportage sull’arte dei giardini, non può certo prevedere che questo viaggio cambierà la sua vita per sempre. Nel corso delle sue passeggiate nei giardini di Kyoto incontra infatti la misteriosa e sensibile studentessa Namiko, custode di un rapporto intimo con la natura, e ne rimane immediatamente affascinato. Ascoltandola ripercorrere l’arte millenaria che rende questi giardini spazi di meditazione e armonia, si rende conto che la donna sussurra e che il tono sommesso della sua voce regala alle parole un’intensità e un significato del tutto nuovi, in grado di toccare le corde più profonde dell’anima. Namiko sussurra non solo con le parole, ma anche con i gesti, lo sguardo e il tatto. Per il giornalista è solo il primo passo di un lungo viaggio, dentro una cultura celata nei caratteri della scrittura e nei tradizionali kúan che il protagonista inizierà a comprendere con l’aiuto del padre di Namiko. Finché una notte, seduto al fianco della giovane donna nel “giardino dei sospiri alla luna” ad ascoltare la melodia di un flauto tradizionale, si troverà a dover prendere una decisione difficile e da cui non potrà tornare indietro. Attraverso una storia d’amore unica e commovente che mette a confronto la mentalità occidentale con quella orientale, questo romanzo esplora l’eterno dilemma tra ragione e cuore, tra avere ed essere, trovando una risposta nella poesia.
Una trama dolce e romantica, dal sapore orientale.
La storia è vista dal punto di vista del protagonista: un giornalista tedesco di ventinove anni. Si trova in Giappone per un reportage sull’arte dei giardini, ma il suo soggiorno a Kyoto cambierà radicalmente nel momento in cui il suo sguardo incrocerà quello di Namiko.
Una storia che prende corpo con delicatezza in uno scenario orientale. Il rapporto tra il protagonista e Namiko è un qualcosa di magico, a tratti l’ho trovato anche molto fiabesco e, mentre la loro conoscenza prosegue, il lettore scopre qualcosa in più sulla cultura di questo posto, sul simbolismo, sui significati nascosti dietro parole comuni e oggetti. Séché fa scoprire al lettore un mondo magico ed elegante, dove c’è poesia anche nelle piccole cose.
Forse proprio per la presenza di quest’ultimo aspetto, per l’introduzione al mondo orientale, la trama potrebbe risultare un po’ lenta, eppure ho trovato tutto molto armonioso.
La storia è introspettiva e il lettore si sente subito connesso con il protagonista che affronta varie fasi: lo spaesamento di un nuovo posto, l’innamoramento, la favola del rapporto nascente e la paura del cambiamento.
Namiko è un personaggio secondo me molto riuscito, una figura un po’ fiabesca che ama leggere senza libro e filosofeggiare sugli alberi. Incuriosisce molto, mentre il protagonista risulta più concreto anche perché si viene a conoscenza di particolari del suo passato.
Insomma una storia delicata che ha di sfondo la storia d’amore e la scoperta della cultura orientale.
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