Scozia, intorno all’anno Mille. Durante la celebrazione di Imbolc, le donne cantano invocando la dea Brighde, mentre il vento ne trasporta le voci che riecheggiano sull’acqua scura. Gruoch osserva le loro danze sfrenate rabbrividendo, ma lei è troppo giovane per prendere parte al rito. È proprio in quel momento che la nonna le svela la profezia che cambierà la sua intera esistenza. Un giorno diventerà regina di Alba e potrà reclamare le terre dei suoi antenati. Come sua nonna e sua madre, Gruoch appartiene a una lunga stirpe di druidi, ma i tempi non sono più quelli in cui i Pitti regnavano sulle terre scozzesi, ora re guidati dalla nuova religione hanno preso il potere, spodestando la sua famiglia.
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Un romanzo con una protagonista ambiziosa ed egocentrica, sullo sfondo di guerre e intrighi di corte, pronta a tutto per diventare regina.
Isabelle Schuler narra della crescita e delle macchinazioni di Gruoch per diventare regina. L’autrice racconta di un personaggio storico realmente esistito e da cui ha preso ispirazione Shakespeare per la sua tragedia.
Sullo sfondo della Scozia dell’anno Mille, tra pagani e cristiani, si dipanano i conflitti dei nobili per conquistare la corona. Gruoch è una ragazzina vivace e ambiziosa, sa bene che in quanto donna non può aspirare al potere ed è proprio per questo che avvierà una serie di macchinazioni per essere libera e conquistare il potere attraverso un uomo, ma non uno qualsiasi, al futuro re.
Con uno stile scorrevole e avvincente, Schuler racconta di una protagonista scomoda, che non strizza l’occhio al lettore. Gruoch è una ragazza forte, ambiziosa, egocentrica, non segue una morale, ma solo il suo desiderio che diventa un’ossessione. Al limite della follia, la ragazza si trova a cambiare spesso le carte in tavola, la sua posizione viene spesso messa in pericolo dagli uomini, in una società in cui la donna è vista solo come un oggetto e un elemento per gli accordi matrimoniali. Gruoch non vuole essere un elemento passivo, lotta con le unghie e con i denti per elevare la sua posizione e salvare la sua vita a discapito degli altri. Schuler con i pochi elementi storici, regala al lettore una narrazione dinamica, dando tridimensionalità e una base alla tanto conosciuta Lady MacBeth.
All’inizio mi aspettavo di avere più un focus su Lady MacBeth, ovvero quando Gruoch sposa MacBeth e parte la tragedia di Shakespeare che tutti conosciamo, ma l’autrice invece si concentra sul prima, sul percorso e sull’evoluzione di Gruoch. Tutte le relazioni che allaccia passano in secondo piano perché l’obiettivo principale della protagonista è diventare “immortale” come le aveva predetto sua nonna, per cui anche il rapporto con lo stesso MacBeth viene trattato, ma non è sullo stesso piano di importanza della storia.
Un romanzo breve che intrattiene e coinvolge, lo consiglio soprattutto se amate la tragedia di Shakespeare.