E l’oceano era il nostro cielo
Patrick Ness
«Patrick Ness esplora i temi della violenza, del potere e della caccia in una favola che reinventa la storia di Moby Dick.» The Bookseller «Un potente inno contro la guerra.» The Times «Straziante, cupo e immenso.» Kirkus Reviews «Meravigliosamente sconvolgente, coraggioso e originale!» Frances Hardinge, autrice di L’albero delle bugie.
Perché demoni ci sono nelle profondità
ma ben peggiori sono quelli che creiamo noi.
Conoscevo già di fama Patrick Ness, autore di Sette minuti dopo la mezzanotte, ma è con questo libro che ho compreso la sua bravura stilistica e la sua profondità nel raccontare le storie.
“E l’oceano era il nostro cielo” viene presentato come un retelling di Moby Dick, eppure sono rimasta spiazzata dalla storia che, per la sua originalità, si discosta un bel po’ dalla storia di Melville.
Ness realizza una storia capovolta in tutti i sensi, sia perché sono le balene le cacciatrici di uomini e sia per il modo in cui esse nuotano. Per quest’ultimo aspetto ammetto di aver avuto difficoltà all’inizio nel comprendere l’universo che ha creato l’autore, ma grazie alle particolari ed eleganti illustrazioni di Rovina Cai, la lettura scorre velocemente, immergendo il lettore nel mondo invertito.
Bathsheba è una giovane balena che, in base a una profezia, è predestinata a essere una cacciatrice, così viene coinvolta nella caccia del nemico mortale delle balene: Toby Wick. Una figura di cui si sa tutto e niente, e soprattutto avvolta nel mistero.
Durante una missione Bathsheba avrà a che fare con un essere umano e per un attimo questi due mondi, in contrasto tra loro, si avvicineranno.
Lo stile di Ness è poetico ed elegante, ho trovato la lettura particolare per l’originalità e, allo stesso tempo, intensa per i messaggi che vuole trasmettere l’autore perché si parla di guerra, di diversità e soprattutto della malvagità ingiustificata.
La trama scorre in modo lineare e man, mano che si va avanti la figura di Toby Wick si fa sempre più complessa, ci sono momenti in cui sembra aver compreso chi sia in realtà e attimi dopo il tutto viene smentito, per poi arrivare a svelare il mistero al termine della lettura.
I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto Bathsheba che appare molto realistica, in particolar modo quando si sofferma sui suoi dibattiti interiori. Personalmente però, per quanto la storia sia bella, non sono riuscita a entrare molto in sintonia con i personaggi, ma questo è un parere del tutto personale.
Una favola elegante e dalle tinte nostalgiche che, per quanto possa essere fantastica e surreale, rappresenta molti aspetti reali del mondo in cui viviamo.
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