Oggi parlo un pò di me 🙂
Come ho già spiegato nel post di presentazione, scrivo da quando ho quindici anni perchè l’ho sempre trovato un modo per sfuggire dalla realtà, una sorta di sfogo. Fin da piccola ho vissuto in un mondo tutto mio e solo nell’adolescenza ho deciso di trasportare questo mondo da un’idea astratta alle parole su carta. Crescendo, mi sono accorta di non poter fare a meno di scrivere. Adoro lavorare a una storia, creare un nuovo mondo, far interagire tra loro personaggi fantastici, creare colpi di scena…
Nel 2011, mi sono imbattuta per caso in un concorso letterario, ho partecipato per gioco perchè non avrei mai immaginato di vincere, e proprio in questa occasione ho creato non tanto una storia quanto un personaggio, il quale non posso fare a meno di inserirlo in tutte le mie storie: che sia una comparsa o che abbia un ruolo secondario o primario, ma ci deve essere 🙂
Un pò perchè ci sono molto affezionata e un pò perchè fa parte di me. Con lui ho pubblicato la prima volta ed è come se fosse un percorso che dobbiamo fare insieme.
Bando alle ciance, ho scritto anche troppo 🙂
Il “Dotto. A-Z” si trova in un’antologia fantasy con altri racconti di genere, edito Limana Umanita e il titolo è:
I Mondi del Fantasy
Hanno fatto 3 edizioni di questo concorso letterario e quello in cui è presente il Dottore è la prima edizione, quindi quella senza numero :). E’ possibile acquistarlo sia:
sul sito
IBS (dal quale ho preso l’immagine di sopra)
Insomma è facilmente reperibile e ci sono ben 25 racconti di bravissimi autori che toccano le varie sfaccettature del mondo fantastico. Vi lascio un pezzettino del racconto del Dottore se vi può interessare 🙂
Dott. A-Z
Cammino, saltello, trotterello per le strade antiche della città. La nebbia è fitta, il cielo nuvoloso. L’atmosfera è cupa, triste, frenetica: c’è chi corre per le strade con una ventiquattr’ore in mano, chi impreca in macchina, chi litiga con il vicino di casa, chi cammina taciturno, triste, chiedendosi se esiste un mondo migliore di questo. Sorrido sornione come un gatto, individuando la mia “preda”.
La gente mi guarda strabuzzando gli occhi: sono un individuo singolare dato che mi muovo su trampoli di sessanta centimetri. I pantaloni di raso blu notte scendono lungo le gambe esili, senza fare una piega, la camicia con il panciotto e la giacca lunga si coordinano alla mise elegante giocando con i toni del blu, del bianco e del nero. In testa un cappello a cilindro sui capelli lisci, lunghi fino alla vita e color della notte.
Il mio viso…
Beh il mio viso non c’è, non si vede, ho una maschera bianca e sorridente.
Sì, unico vincolo che tiene insieme due persone completamente diverse, in un solo corpo.
Suvvia, suvvia! Non fare sempre il melodrammatico, musone che non sei altro!
“Sta zitto! Smettila di parlare nella mia testa.”
Tua testa?! Mia testa. Nostra testa. Non trovi che sia una perfetta scatola nera in cui coabitiamo? La vorrei più colorata però. Sì, sì più colorata e con tanti dolci.
Mi muovo agile nonostante quell’impalcatura assurda che ho ai piedi, per fortuna ho un fisico asciutto e longilineo.
Assurda? Non è affatto assurda. Non trovi che il mondo sia più bello visto da questa prospettiva. Guardali, guardali, sembriamo gli Imperatori del mondo.
Non gli do udienza, ormai ho imparato dopo tanti anni a far finta che non esista, che sia solo il fastidioso ronzio di un insetto. Fin quando ci troviamo nel mondo reale posso parlare solo io, senza che lui possa prendere prenda il possesso del mio corpo, ma ahimè! A volte devo accontentarlo, altrimenti fa i capricci come un bambino, e questa è la ragione del mio stravagante e assurdo abbigliamento.
Assurdo? Assurdo?! Pensi che sia più assurdo di quelle scritte volgari sulle magliette? O di quelle mutande in vista? O delle chiappe che prendono aria al vento?
Una ragazzina mi viene a sbattere contro facendo cadere alcuni libri che ha in mano.
– Mi scusi signore – Si china subito a raccoglierli, ma i suoi occhi si soffermano sui trampoli e lentamente risalgono fino a incrociare i miei, che la guardano attraverso la maschera.
– Non si preoccupi signorina. Si è fatta male? – le chiedo premuroso.
Si alza rivolgendomi uno sguardo titubante.
Ihihihih sta pensando che sei pazzo.
“Quello pazzo tra i due sei tu.”
– Non abbia paura di me, mi dispiace se l’ho spaventata con il mio essere stravagante – la guardo per bene e deduco che potrà avere quindici anni.
– Particolare direi – fa un sorriso di circostanza.
Sì, sì, prima ci ho visto bene. È lei, è lei la nostra preda.
Raccolgo da terra, con un gesto fluido ed elegante, il blocco di libri e glielo porgo.
– Ha un viso così triste, come se si sentisse un pesce fuor d’acqua –
Sobbalza alle mie parole perché ho ragione, e ogni volta è la stessa storia. Ciò che cerco sono persone stanche di questa vita, che pensano di non avere un reale scopo e che se sparissero dalla faccia della terra non avrebbero nulla da perdere, ma solo da guadagnare. Purtroppo non basta una semplice chiacchierata a convincerle del contrario: o se ne escono da sole da questa anticamera di solitudine e depressione o devono essere sottoposte a una prova molto difficile.
E qui entro in gioco io. Oh che bello, che bello! Un altro compagno di giochi.
Lei rimane in silenzio all’inizio, non sapendo che fare. Fa per dire qualcosa, ma gentilmente alzo un dito, come per ammonirla, e lo avvicino alle sue labbra.
– Sssshh. Se viene con me la porterò in un luogo fantastico. Un luogo che le farà capire cosa deve fare della sua esistenza. Un luogo che potrebbe ridarle la voglia di vivere, se soltanto avesse un forte animo e soprattutto tanto orgoglio –
Stefania 🙂