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L’arte occidentale di Rosie Dickins | Recensione

L’arte occidentale

Rosie Dickins

La storia della pittura occidentale dall’antico Egitto all’arte moderna spiegata in maniera semplice e chiara e accompagnata da riproduzioni di oltre 160 tra le più famose opere d’arte al mondo. Una splendida introduzione alla storia dell’arte che comprende una linea del tempo, biografie degli artisti, informazioni sulla conservazione delle opere e sui materiali utilizzati per realizzarle. Pubblicato in collaborazione con la National Gallery di Londra.

L’uomo si chiede da secoli che cosa sia l’arte e perché rivesta tanta importanza: artisti e esperti del settore hanno avuto e hanno tuttora opinioni contrastanti, che talvolta portano a vere e proprie dispute […]. Il problema è che le risposte ai molti interrogativi non sono né giuste e né sbagliate; ognuno ha un diverso punto di vista e gusti personali, quindi sta a te vedere come la pensi.

Il mese scorso sono stata contattata dall’ufficio stampa della Usborne Edizioni, una casa editrice che pubblica libri per bambini e ragazzi.

Due libri mi hanno incuriosito particolarmente e oggi sono qui per parlarvi di uno di questi che fa parte della collana “arte”: L’arte occidentale.

Si tratta di un volume che ripercorre in sintesi, con un linguaggio semplice e immediato, l’arte occidentale che va dall’arte dell’antico Egitto fino a quella del XX secolo.  

Il libro è indirizzato ai bambini dai nove anni ed è stato realizzato in collaborazione con la National Gallery di Londra. Si parte con una introduzione sul concetto di arte e si analizza il suo scopo e il suo valore. Ogni capitolo affronta le correnti artistiche in modo cronologico, trattando brevemente, ma in modo preciso e chiaro, i concetti più importanti riguardo l’evoluzione dello stile e delle tecniche, soffermandosi sugli artisti e le opere più conosciuti.

Trovo questo libro realizzato benissimo, non solo per la scelta dei giusti concetti da trasmettere a un bambino, ma anche perché le nozioni vanno oltre il semplice spiegare la storia dell’arte perché si insegna a “leggere” un quadro. Si tratta dell’analisi dell’opera a partire dalla composizione, all’introduzione dei simboli, allo studio delle differenti pennellate, insomma si insegna al bambino a guardare il quadro con occhi diversi, non soffermandosi unicamente sulla bellezza e sulla prima apparenza. Il volume si conclude con capitoli che introducono la materia del  restauro, i casi sui falsi e sulle tecniche degli artisti.

La lettura scorre in modo piacevole e veloce, con delle glosse che fanno dei piccoli approfondimenti, il tutto è accompagnato da una chiara impaginazione con le foto delle opere d’arte prese in considerazione e delle piccole illustrazioni. Un ottimo lavoro, anche se avrei preferito qualche accenno in più riguardo lo sfondo storico perché ogni corrente artistica nasce e viene influenzata dalla situazione socio, politico e culturale del periodo.

Una sintesi fruibile e ben precisa dell’arte occidentale, con un linguaggio immediato e mai banale. Consigliatissimo ai bambini per un giusto approccio alla materia.

#Prodottofornitoda @Usborne Edizioni

La Coscienza di Cain – Il Patto di Constance | Recensione

La Coscienza di Cain – Il Patto

Constance

Cain è un Ingannatore di anime.
Non prova sentimenti. È inquieto, ribelle e non conosce l’umiliazione della sconfitta.
Il suo unico desiderio è quello di sbarazzarsi della propria componente umana allo scopo di diventare un demone completo.
Un vincolo di sudditanza lo lega a Rafael Solano, dietro le cui sembianze di uomo di mezza età si nasconde una creatura malvagia dal passato misterioso, che si serve di lui per perseguire i propri scopi segreti.
Durante una missione affidatagli dall’odiato “padrone”, Cain si trova faccia a faccia con una ragazza dai poteri sbalorditivi, Alexandra Dominici, che si dimostra in grado di sventare i suoi piani diabolici. Incuriosito, il ragazzo si mette sulle sue tracce e le ruba l’anima per mezzo di un vile ricatto.
Tuttavia, il patto stipulato con la giovane umana e la sete di vendetta che nutre nei confronti di Rafael, gli costeranno cari.
Durante una sanguinosa battaglia nell’antico cimitero ebraico di Praga, il mezzo demone rischierà la morte per mano della Milizia degli arcangeli. Sopravvissuto miracolosamente ma torturato nel corpo da indicibili sofferenze, dovrà fare i conti con una lenta e dolorosa presa di coscienza che lo porterà a scoprire di essere attratto da Alexandra.
Ma il piano ambizioso di Rafael non ammette contrattempi. La lotta è iniziata e porterà i protagonisti ad affrontarsi nei vicoli antichi della Edimburgo sotterranea, dove l’ambiguo Cain si troverà, suo malgrado, a collaborare con i suoi presunti nemici tradendo invece coloro che considerava alleati… Nonostante tutto, è solo l’inizio e molte cose dovranno ancora accadere.

«Non voglio più lavorare per te.»
«Per quale motivo?»
«Perché non puoi darmi ciò che voglio.»
Il demone alzò le sopracciglia e spalancò le braccia.
«Davvero? Illuminami, che cosa vorresti?»
«Voglio diventare un demone completo.»

Una storia che parla di demoni, di magia e di anime, piena di intrighi e misteri.

La Coscienza di Cain è il primo volume di una saga urban fantasy che ha un’avvincente costruzione di trama e un ritmo serrato.

Il lettore conosce subito Cain, un ragazzo problematico dal carattere scorbutico ed egoista che mantiene ben salda questa sua armatura fatta di rabbia e crudeltà, e che allo stesso tempo nasconde qualcosa dietro: un passato non facile e un presente complicato. Un personaggio che mi ha incuriosito fin da subito per come è stato realizzato.  Cain è un Ingannatore di anime ed essendo per metà umano, il suo unico obiettivo è quello di eliminare ogni barlume di umanità per diventare un demone completo.

Poco dopo scopriamo anche la seconda protagonista di questa storia che è Alexandra Dominici, una ragazza che porta sulle spalle una maledizione/dono che ha fin da piccola. Ha la capacità di sentire delle voci e vedere delle presenze, per questo disagio si rifugia nella casa famiglia di Padre Gabriel. La storia prende piede velocemente con uno stile semplice e immediato. Quando Padre Gabriel scopre che ci sono altre persone che vivono la stessa situazione di Alexandra, la nostra protagonista decide di aiutarlo al fine di comprendere fino in fondo questo dono. In una di queste missioni la ragazza scombina i piani di Cain e tale imprevisto determina l’inevitabile intreccio delle loro vite.

I capitoli si alternano dal punto di vista di Cain a quello di Alexandra, ciò permette al lettore di entrare in sintonia con i due personaggi e trovo che l’autrice abbia gestito molto bene questa struttura dando il giusto spazio a entrambi. Personalmente mi ha molto affascinato Cain, sebbene sia un personaggio complesso e spesso crudele. Parliamo di un ragazzo che vuole cavarsela da solo nella vita, non ama le imposizioni e si presenta come un Ingannatore di anime crudele e forte. Sembra lasciarsi leggermente andare con Milla (una ragazza perdutamente innamorata di lui) che però quando gli dimostra affetto e dolcezza, Cain si ritira nella sua fortezza di rabbia, mostrando aggressività e riservandole parole cattive.

L’autrice fa un ottimo lavoro sulla caratterizzazione dei personaggi, in particolar modo sul perfido e narcisista Rafael, un demone che non ammette l’imperfezione, amante del lusso e della bellezza, machiavellico e astuto. Una perfetta figura oscura per questo urban fantasy. La scrittrice, in modo sintetico ed esaustivo, permette al lettore di scorgere nel passato di alcuni personaggi e a tal proposito mi sono piaciute molto le parti proprio di Rafael.

La coscienza di Cain è una storia piena di misteri, intrighi, avventure e i demoni si combinano alla perfezione con altre creature fantastiche come le streghe e i fantasmi. Il primo volume è pieno di combattimenti e prove da superare, l’autrice mette le basi solide per un seguito che promette altrettanta azione e un maggior sviluppo dei nostri protagonisti.

#Prodottofornitoda @Genesis Publishing

I figli del re di S. Hartnett | Recensione

I figli del re

Sonya Hartnett

Inghilterra, 1940. Cecily, dodici anni, e suo fratello Jeremy, quattordici, sono stati mandati in campagna nella lussuosa dimora di famiglia per sfuggire all’ormai imminente e temuto grande bombardamento di Londra. Insieme a loro c’è May, una piccola sfollata che la famiglia ha accolto per il periodo della guerra. Durante le loro scorribande, le due ragazzine scoprono le rovine di un castello su cui aleggia un’antica leggenda. È una storia crudele e terribile, per nulla adatta alle orecchie di tre ragazzi, ma che proprio per questo loro vogliono conoscere. Una storia dalle atmosfere shakesperiane che narra di un Duca assetato di potere vissuto diversi secoli prima e di due principi scomparsi. Nella rievocazione di quel tempo lontano e nei drammatici giorni di guerra che i ragazzi stanno vivendo, passato e presente si fondono per dare vita a una storia avventurosa e piena di mistero, come sprofondate nel mistero sono le rovine di Snow Castle.

Snow Castle era stato costruito nel silenzio per custodire il silenzio, e in silenzio era caduto a pezzi.

Una storia per ragazzi che racconta, con un linguaggio raffinato, il disagio della guerra.

Ci troviamo nel 1940, l’Inghilterra è minacciata dai bombardamenti e così Jeremy, Cecily e loro madre vanno in campagna, nella tenuta dello zio Peregrine Lockwood. Prima di arrivare a Heron Hall, il luogo che in quel momento sembra più sicuro dalle minacce della guerra, la signora Lockwood decide di dare rifugio a una piccola sfollata di nome May. In questa atmosfera di paura e agitazione Cecily si avvicina molto alla nuova arrivata, che considera come una migliore amica. Un giorno le due si allontanano dalla tenuta per giocare e scoprono le rovine di un castello, conosciuto con il nome di Snow Castle, il quale è il rifugio di due strani bambini.

Il lettore segue le vicende di Cecily e May che sono molto diverse tra loro: la prima ha un atteggiamento infantile, è una bambina viziata, spesso non pensa prima di parlare, ma allo stesso tempo l’ho trovato molto genuina. May è il personaggio che più mi ha conquistata, è una bambina taciturna, coraggiosa, molto intelligente, dai suoi silenzi e dalle poche risposte si percepisce fin da subito che è più matura dell’età che ha. Poi abbiamo Jeremy, il fratello maggiore di Cecily, il ragazzo che si sente uomo, pronto ad affrontare la guerra e ad aiutare il padre che è rimasto da solo a Londra.
Tre ragazzini che affrontano questa situazione in modo diverso, con pensieri e azioni in linea con il loro carattere.

Tra ansie, paure e le orrende notizie della guerra, lo zio Peregrine, un uomo burbero che porta sempre negli occhi una profonda tristezza per il suo passato, racconta ai ragazzi una leggenda che tratta di re, regine, intrighi di corte, piani atroci e tradimenti. Una storia che ha il sapore della tragedia shakesperiana, in cui le cospirazioni non badano neanche ai legami di sangue perché l’unico obiettivo è il potere. 

Il linguaggio di Sonya Hartnett è fluido e delicato, non entra nel dettaglio sulle atrocità della guerra, ma con poche parole rende perfettamente la situazione, creando la giusta atmosfera. Ho trovato, personalmente, la storia un po’ lenta e la conclusione troppo frettolosa, ma devo dire che il finale è elegante e in linea con l’atmosfera dolce-amara del libro.

La storia gioca sugli intrecci tra presente e passato, realtà e fantasia, divertimento e tragedia, elementi che si combinano alla perfezione in una chiave elegante e delicata.

Punto forte sono sicuramente i personaggi che sono ben caratterizzati, vengono trattati molto bene i tre ragazzini, ma mi sarebbe piaciuto leggere di più sullo zio Peregrine, un uomo solido nel suo essere, ma che nasconde molte fragilità.

Accattivante e deliziosamente tragica è la storia del duca che è disposto a tutto pur di ottenere il trono, un dramma storico ben articolato, crudele e pieno di mistero fino alla fine.

Tra giochi infantili, litigi, bombardamenti e la storia narrata da zio Peregrine, si snoda la trama avvinghiando il lettore in un intreccio tra passato e presente. 

 

#Prodottofornitoda @Rizzoli

Jack Bennet e la chiave di tutte le cose di F. Manni | Recensione

Jack Bennet e la chiave di tutte le cose

Fiore Manni

Jack Bennet è un bambino di dieci anni come tanti altri, forse solo un pochino più basso e più magro della media. Ogni mattina si alza, si avvolge intorno al collo la lunga sciarpa a righe azzurre che gli ha lasciato suo padre ed esce per le fumose vie di Londra. Come molti ragazzi del suo tempo lavora in fabbrica, perché la mamma è malata, e in famiglia non c’è nessun altro che possa provvedere a loro. Una mattina, sulla strada del lavoro, Jack incontra un curioso personaggio che pare sbucato dal nulla; un uomo del tutto fuori luogo, con il suo elegante completo viola nel bel mezzo della grigia città. Jack lo osserva incuriosito e lo saluta educato, poi lo ascolta con attenzione. E fa bene, perché la più grande delle avventure può cominciare in un giorno qualunque. L’uomo gli consegna una chiave, e con quella Jack inizia a viaggiare per mondi sconosciuti e bislacchi, dove incontra pappagalli tipografi, libri magici per tutte le occasioni, navi pirata, una ragazzina spavalda ma non troppo, un drago che sputa vapore e colleziona tesori. E molto, molto altro.

La vasta sala in cui si trovavano, con le pareti d’oro brillante e il soffitto che si perdeva fra le pigre nuvole rosa, era riempita di telai d’oro zecchino, su cui una grande quantità di conigli bianchi tesseva con rapidità e precisione enormi tele colorate.
L’Architetto dei Sogni mise una mano sulla spalla di JAck, indicandogli la scena che aveva davanti con il bastone di nuvole.
«Questi» disse con orgoglio «sono i conigli che tessono i sogni di tutti i mondi.»

In una Londra passata, tra la nebbia pesante e i fumi delle fabbriche, conosciamo Jack Bennet.
Jack è un bambino di dieci anni che, dopo la morte del padre, passa un periodo particolarmente difficile con la madre. La signora Bennet si ammala e così il piccolo Jack decide di provvedere a lei e trova lavoro presso una tipografia. La sua mansione è quella di recuperare la carta che si incastra nei macchinari, un ruolo perfetto per le sue mani infantili.

Un giorno incontra uno strano individuo che si presenta come il Padre di Tutte le Cose, una persona ambigua e particolare che mi ha molto affascinato per la sua caratterizzazione. Lui gli consegna una chiave capace di aprire qualsiasi serratura per accedere a mondi fantastici e così inizia l’avventura del nostro protagonista.

Lo stile di Fiore Manni è leggero e scorrevole, così delicato e sognante che sembra di leggere una favola. La storia ha un ritmo veloce, capitolo dopo capitolo il lettore affronta, insieme a Jack, mondi magici con personaggi bizzarri e particolari. 

Jack è adorabile, un bambino dolce e di buon cuore, ma che non ha fiducia in se stesso. Pensa di non avere alcuna qualità, di non essere bravo in nulla, ma in questo viaggio scoprirà quanto vale. Il lettore segue il percorso di crescita del protagonista, un cammino che lo porterà ad affrontare con coraggio le avversità e a prendere importanti decisioni.

La dinamica fantasy si sviluppa man, mano  perché si parte da un’ambientazione realistica per poi scoprire, insieme a Jack, i mondi magici che ha creato l’autrice. E così si incontrano pappagalli con il senso dell’umorismo, pirati agguerriti, creature incantate, conigli che tessono sogni e tanti altri elementi originali. Uno dei punti forti di questo libro è la caratterizzazione dei personaggi, ognuno di loro è unico e curato nel dettaglio. Personalmente ho adorato l’Architetto dei Sogni, una figura che mi ha incantato per la dolcezza del suo lavoro e ho apprezzato molto anche il Padre di Tutte le Cose, un personaggio che mantiene questo alone di mistero fino alla fine, ma che inevitabilmente affascina il lettore.

Una storia incantevole e colma di fantasia che parla di amicizia e coraggio. Una lettura adatta ai più piccoli, ma anche ai grandi che hanno voglia di un’avventura che risvegli il bambino che è in loro. 

#Prodottofornitoda @Rizzoli

Misteriosa. Le storie di Olga di carta di E. Gnone | Recensione

Misteriosa. Le storie di Olga di carta

Elisabetta Gnone

Per diventare splendidi adulti bisogna restare un po’ bambini.
Il terzo libro della serie “Le storie di Olga di carta”: una grande avventura tra realtà e fantasia

Cosa significa diventare grandi? E come si fa? «Crescere è una faccenda complicata» direbbe il professor Debrìs, e Olga lo sa bene: per rassicurare una giovane amica, che di crescere non vuole sentire parlare, le racconta la storia di una bambina a cui i vestiti stavano sempre troppo grandi, anche se l’etichetta riportava la sua età, o la sua taglia, e che saltava nei disegni per fuggire dalla realtà. La storia di Misteriosa è la storia di chi fatica a trovare il proprio posto nel mondo, fugge da responsabilità e doveri, incapace di assumersene il carico, e combatte strenuamente per restare fanciullo. È anche, però, la storia di una bambina che non si arrende. Una storia che farà ridere, pensare e spalancare gli occhi per lo stupore; e che rassicurerà Olga, i suoi amici e i lettori di tutte le età su un punto, che è certo: per diventare splendidi adulti occorre restare un po’ bambini.

 

Non fosse stato per i vestiti che le stavano grandi, sarebbe sembrata una bambina come tante: né alta né bassa, né magra né grassa, non brutta e forse anche un po’ bella, intelligente, sì, ma non un genio, insomma un tipo comune. Possedeva anche un nome comune, uno come tanti, ma tutti la chiamavano Misteriosa.

Ogni volta che leggo un libro di Elisabetta Gnone ritorno bambina.

Olga di Carta ha il potere di farmi rivivere i momenti felici della mia infanzia, spesso mi rivedo in lei, nelle sue storie e nelle sue parole. Ormai sento un legame profondo con questo personaggio e non potete immaginare la gioia che ho provato quando ho iniziato a leggere Misteriosa, il terzo capitolo della serie della giovane Papel.

Mimma invita a Balicò la sua amica  Mirina, una bambina di città che si sente un pesce fuor d’acqua nel paese pieno di vegetazione e gente genuina. Mirina è molto capricciosa e soprattutto non sopporta tutto ciò che è sporco, non apprezza sedersi a terra per la poca igiene e non ama le lunghe camminate. Nonostante il suo carattere un po’ difficile Olga cerca di fare amicizia e le racconta dell’avventura di Misteriosa, una bambina che si rifugia nella fantasia quando vuole prendere una pausa dalla realtà.

Ho amato molto la storia di Misteriosa, mi sono affezionata a lei, ho provato tenerezza e anche un po’ di tristezza in alcuni momenti. La piccola protagonista della storia di Olga non è sola, ad accompagnarla nelle sue avventure ci sono i suoi amici dai nomi singolari.
Piccola è romantica e fantasiosa, Dura è la bambina con la testa sulla spalle e i piedi ancorati a terra, Bravo ama la lettura e poi c’è il bel Selvatico.

Elisabetta Gnone ha uno stile delicato che trascina il lettore in un mondo ovattato e incantato. Olga è una ragazzina che ha il potere di incantare chiunque quando racconta le sue fantastiche storie e dietro a ogni avventura si cela un messaggio.

In questo terzo capitolo della serie, l’autrice si sofferma sull’importanza della fantasia e sul fatto che per diventare dei bravi adulti non bisogna mai lasciare andare completamente il bambino che c’è in noi. La fantasia, la spensieratezza, vedere il mondo con occhi diversi, con lo sguardo di un bambino, ecco la chiave per affrontare la vita con il sorriso. 

Ma non è tutto perché questa storia affronta anche la paura di crescere, il timore dell’ignoto e del cambiamento. In ultimo, ma non meno importante, lancia un messaggio anche agli adulti: sottolinea quanto sia importante preparare i bambini alla crescita, introducendoli al mondo in modo graduale.

Come tutte le storie di Olga di Carta non si parla solo di un’avventura, ma di un viaggio incantato che ha l’obiettivo di trasmettere un messaggio.

#Prodottofornitoda @Salani Editore

Miliardario a cinque stelle di Tash Aw | Recensione

Miliardario a cinque stelle 

Tash Aw

Benvenuti a Shanghai: un luogo dove può succedere di tutto e dove tutti possono diventare qualcuno. Cinque nuovi arrivati sono in cerca di riscatto: Phoebe, che si costruisce una nuova identità fatta di false borse griffate, manuali di self-help e pose studiate con l’obiettivo di trovare un uomo ricco; Gary, giovanissima popstar con un’infanzia difficile alle spalle, catapultato dai miseri villaggi della Malesia rurale alle sterminate platee asiatiche; Justin CK Lim, figlio adottivo di una ricca famiglia di immobiliaristi malesi, incaricato di gestirne gli affari a Shanghai; Leong Yinghui, imprenditrice in ascesa la cui totale dedizione al lavoro nasconde la solitudine della vita privata; e infine Walter Chao, misterioso e accattivante uomo d’affari che è anche autore, sotto pseudonimo, del manualetto per diventare «miliardari a cinque stelle». Mentre le vite dei protagonisti s’intrecciano l’una con l’altra, sullo sfondo lussi sfrenati e architetture ardite convivono con miserie insostenibili, slum claustrofobici e nostalgiche vestigia di un passato in estinzione. Ne emerge il ritratto di una società inarrestabile, dove le vite e le carriere possono conoscere formidabili ascese e catastrofiche cadute nell’arco di pochi mesi, così come interi quartieri possono sparire dal giorno alla notte per lasciar spazio a futuristici grattacieli.
Finalista al Man Booker Prize, Miliardario a cinque stelle è un romanzo dalle mille luci ambientato nel cuore pulsante dell’Asia contemporanea.

 

Tempo fa – non ricordo esattamente quando – decisi che un giorno sarei diventato molto ricco. E con ciò non intendo soltanto agiato e benestante, ma smisuratamente, incommensurabilmente ricco, nel modo in cui solo i bambini sanno immaginare la ricchezza.

Sullo sfondo dell’affascinante metropoli orientale, l’autore ci racconta di storie di vita intense e complicate.

Tash Aw narra con uno stile fluido e dettagliato di cinque personaggi molto diversi tra loro che si trovano a Shanghai per migliorare la loro vita. Conosciamo Phoebe, Gary, Justin CK Lim, Leong Yinghui e Waler Chao, cinque nomi che racchiudono cinque passati, relazioni, aspirazioni, paure e speranze diverse. Con capitoli alternati il lettore scorge ogni angolo dell’animo e della psiche di queste figure che sono i protagonisti di una storia fatta di pause e riflessioni. 

Nel primo capitolo esordisce Walter Chao, un uomo misterioso e ricco, il quale comprende che il vero piacere non è il lusso e una vita fatta di sfarzo e oggetti preziosi, ma lavorare al fine di aiutare il prossimo. Solo così si ha una vera soddisfazione e proprio per questo motivo scrive, sotto pseudonimo, un libro motivazionale. Chao è un personaggio che mi ha incuriosito molto, i suoi capitoli sono particolarmente introspettivi, intensi, pieni di riflessioni sulla vita e sul progetto che vuole portare avanti.

Un altro personaggio che mi ha catturato particolarmente è Leong Yinghui, una donna imprenditrice che dedica la sua vita al lavoro e per questo viene screditata dalle persone perché non si abbassa al concetto di accantonare la sua indipendenza per trovare marito e sposarsi. Con lei si scopre la superficialità che regna sovrana nella società di Shanghai, una metropoli fatta di lussi, che offre possibilità, alimenta sogni, ma che è anche piena di pregiudizi.

Phoebe e Gary sono due personaggi che mi hanno fatto provare in alcuni momenti tenerezza, entrambi diversi, ma allo stesso modo fragili. Ho provato più distacco per Lim, una figura che non mi ha coinvolto particolarmente, forse perché sono entrata più in sintonia con gli altri protagonisti.

Tra lussi, aspirazioni e desideri si conosce una Shanghai tanto ammaliante quanto pericolosa che attira con le sue luci, le sue promesse e trascina in un turbine di decadenza che si traduce in una lotta alla sopravvivenza.

Nella prima parte del libro i protagonisti vengono presentati in modo minuzioso e per questo motivo ho trovato la narrazione un po’ lenta, ma la storia diventa più interessante nella seconda parte quando l’autore, con eleganza e abile maestria, intreccia le vite di questi cinque personaggi, facendoli scontrare in un percorso pieno di ostacoli e insidie.

La storia è molto lineare, non ci sono colpi di scena o azione, ma si parla di una narrazione fluida, accurata e introspettiva. Aw si concentra sulle vicende di questi personaggi e, dietro le situazioni che vivono, si coglie l’accusa che fa verso la società che favorisce l’esteriorità e i soldi. 

#Prodottofornitoda @Fazi Editore

CICALA di Shaun Tan | Recensione

CICALA 

Shaun Tan

La storia di un impiegato che passa le sue giornate in ufficio e di tutti i collaboratori che non lo apprezzano. La cicala lavora faticosamente, giorno dopo giorno, i suoi capi non la stimano ed è vittima di bullismo da parte dei suoi collaboratori. Ma un giorno la cicala sale sul tetto dell’ufficio qui accade qualcosa di veramente straordinario. Un racconto dedicato a tutti coloro che almeno una volta si sono sentiti poco considerati, trascurati o oberati di lavoro, firmato dal più acclamato creatore di libri illustrati australiano.

Cicala racconta storia.
Storia buona. Storia semplice.
Storia comprensibile anche agli umani.
Tok! Tok! Tok!

Spesso mi chiedono: perché leggi i libri illustrati?
Perché le immagini accompagnate da poche parole hanno il potere di raccontare una storia intensa e potete.

Cicala è un albo illustrato che narra, con poche parole essenziali, la storia di Cicala, un impiegato che dedica diciassette anni della sua vita al lavoro senza avere alcun riconoscimento, anzi, viene preso di mira dai suoi colleghi che lo maltrattano.

La storia procede fluida con illustrazioni monotonali, le quali intensificano le emozioni cupe e claustrofobiche che trasmette la storia. Le tinte fredde richiamano molto il concetto della metropoli, del lavoro opprimente e della triste vita che vive il protagonista.

Una storia con uno stile poetico e dal sapore amaro che può avere più chiavi di lettura.

Molti si posso immedesimare nel protagonista: una persona che ha dato, o che continua a dare, molto nel campo lavorativo, ma che nonostante i mille sforzi non viene gratificato. Non c’è un sistema di meritocrazia e nonostante tutto si continua la propria vita con il capo chino.

Altro punto che ho notato è il continuo confronto tra natura e uomo. Cicala scopre il nostro mondo che è fatto di soprusi, violenze, egoismo, un posto in cui non si ha rispetto per la vita altrui. Eppure lui ci osserva, ci studia in atteggiamento remissivo fino a deriderci nel momento della sua liberazione.

Shaun Tan colpisce il lettore con una storia molto reale che trae origine dalla vita comune e viene enfatizzata da elementi surreali, ponendo punti di riflessione sulla nostra esistenza.

 

#Prodottofornitoda @Tunué

IL PRINCIPE CRUDELE di Holly Black | Recensione

IL PRINCIPE CRUDELE

Holly Black

Jude era solo una bimba quando i suoi genitori furono brutalmente assassinati. Fu allora che sia lei che le sue sorelle vennero rapite e condotte nel profondo della foresta, nel mondo magico. Dieci anni dopo, l’orrore e i ricordi di quel giorno lontano e terribile ormai sfocati, Jude, ora diciassettenne, è stanca di essere maltrattata da tutti e soprattutto vuole sentirsi finalmente parte del luogo in cui è cresciuta, poco importa se non le scorre nemmeno una goccia di sangue magico nelle vene. Ma le creature che le stanno intorno disprezzano gli umani. E in particolare li disprezza il principe Cardan, il figlio più giovane e crudele del Sommo Re. Per ottenere un posto a corte, perciò, Jude sarà costretta a scontrarsi proprio con lui, e nel farlo, a mano a mano che si ritroverà invischiata negli intrighi e negli inganni di palazzo, scoprirà la sua propensione naturale per l’inganno e gli spargimenti di sangue. Quando però si affaccia all’orizzonte il pericolo di una guerra civile che potrebbe far sprofondare la corte in una spirale di violenza, Jude non ha esitazioni. Per salvare il mondo in cui vive è pronta a rischiare il tutto per tutto.

Le creature del mondo magico compensano la loro incapacità di mentire con una panoplia di perfidie e crudeltà. Cattiverie, scherzi, omissioni, enigmi, scandali, per non parlare delle vendette reciproche per vecchie ruggini oramai quasi dimenticate. Le tempeste sono meno instabili di loro, i mari meno capricciosi.

Un’avventura che lascia sulle spine tra intrighi di corte, tradimenti e perversioni del mondo magico. 

Ho sentito tante opinioni positive riguardo Il principe crudele e proprio per questo entusiasmo ho affrontato la lettura con un certo distacco. Ebbene, non posso che unirmi ai commenti positivi perché la Black ha fatto un buon lavoro con questa storia.

L’autrice ci racconta di creature magiche perverse, egoiste, cattive e aggressive.
Il lettore segue le vicende di Jude, una ragazza che, insieme alle sue sorelle, viene portata nel mondo magico dove cerca di ambientarsi e di sopportare i soprusi e le molestie che le riservano le fate di alto rango. Per le creature incantate lei e sua sorella gemella Taryn sono solo umane e quindi una razza mortale e inferiore. Proprio per questo motivo Jude cercherà in tutti i modi di elevarsi di posizione e per questa sua decisione si troverà a scoprire i complotti e i misteri della corte delle fate.

Con questa storia si entra subito nell’azione già dal primo capitolo perché la vita tranquilla di Jude viene sconvolta quando un generale del mondo magico, Madoc, fa irruzione nella sua casa e uccide i suoi genitori a sangue freddo, per poi portarla con sé, insieme a Taryn e sua sorella maggiore Vivi, nel mondo incantato. Solo poco dopo scopriamo che in realtà Vivi è la figlia di Madoc, il quale era andato a riprendere sua moglie umana che lo aveva lasciato per ricrearsi una vita con un altro uomo. Per una questione di onore il generale decide di cresce le due gemelle mortali. La Black fin dalle prime pagine crea una storia colma di suspense, nulla è lasciato al caso. Si tratta della tipica storia a puzzle in cui l’autore dissemina informazioni e rivelazioni nei capitoli, e man mano che si va avanti nella lettura si collocano i tasselli, scoprendo una trama originale.

Con uno stile accattivante e avvincente, il lettore viene coinvolto nell’avventura di Jude, una protagonista che ho apprezzato per la determinazione e il coraggio. Taryn è un personaggio che rimane più all’oscuro, dallo spirito più mite, sottomesso, ma che allo stesso modo mi ha incuriosito.

In questa storia ci sono molti personaggi che hanno catturato la mia attenzione, come il crudele principe Cardan che non perde occasione per deridere la razza umana, il violento Valerian, la maligna Nicasia e il pacato Locke. Ognuno di loro caratterizzato molto bene, con lati oscuri e una storia complessa e tragica. Non fatevi ingannare dal titolo perché in questa storia non esiste un solo principe crudele. Cardan è un personaggio che si svela di più verso la fine del libro, purtroppo non c’è una sua grande evoluzione, ma confido che questo sviluppo ci sia nel prossimo volume.

Ho riscontrato un ritmo un po’ lento per metà storia, ci sono situazioni che vanno un po’ per le lunghe, ma verrete sicuramente sconvolti dai colpi di scena.

Il principe crudele è una storia contorta, piena di personaggi maligni, situazioni ingiuste e tragiche. Non posso che consigliarvi di farvi ammaliare dalla corte del Sommo Re, dal contorto Cardan e dalla coraggiosa Jude.

#Prodottofornitoda @Mondadori