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Intervista a Francesca Angelinelli

Chi è Francesca Angelinelli?
Un’appassionata lettrice, prima di tutto. Affamata di fantasy di tutti i generi e con la testa spesso fra le nuvole… o fra le storie.ù

Come è nata la passione per la scrittura?
Leggendo. Fin da quando ero bambina, non volevo mai che le storie terminassero. Ne volevo sempre altre. E così ho iniziato a inventarle.

Qual è il tuo stile?
Credo di avere uno stile semplice, caratterizzato soprattutto dal fatto di essere molto visivo. Ho sempre cercato di immaginare molto le scene che andavo a scrivere e tento sempre di renderle il più visibili possibile, quasi cinematografiche. Spero di riuscirci, ma comunque continuo a provare.

Il genere letterario che preferisci di più?
Il mio genere preferito è sicuramente il fantasy, ma dire fantasy oggi vuol dire tutto e niente. Eppure nel grande mondo del fantasy non c’è qualcosa che proprio detesto, mi piacciono le diverse sfumature in modo differente.

Quale genere letterario non ti piace?
Leggo pochissimi thriller. Ma forse un genere che proprio non mi piace è quello di quel romanzi finto erotici stile Melissa P. o 50 sfumature.

Come nascono le tue storie?
In genere da una canzone o da un’immagine che mi colpisce, da qualcosa che, per così dire, mi attraversa la strada e chiede a gran voce di essere raccontata.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Non moltissimo, nel senso che mi piace narrare proprio perché è bello poter far compiere ai personaggi strade e percorsi che nella nostra vita forse noi non saremmo in grado di fare. Cerco di dare a ognuno la propria voce e li lascio liberi di esprimersi. Il loro limite sono sempre io, questo è certo, derivano tutti da me, dal mio vissuto, dalle mie esperienze. Diciamo che abbiamo un rapporto dialettico.

Come è nata la tua ultima opera?
Tanti tanti anni fa (non scherzo, era il 2007), avevo voglia di scrivere una storia ambientata ai giorni nostri, volevo mettermi alla prova con personaggi che avessero a che fare con la mia stessa quotidianità, volevo imparare a inventare una storia che non fosse ambientata… in una galassia lontana lontana. E poi desideravo tantissimo mettermi alla prova con delle creature tipiche del mondo narrativo fantastico: streghe e vampiri, soprattutto. E così nacque l’idea de La Congrega Bianca, che racconta, sì, di una strega che ha a che fare con due vampiri che se la contendono, ognuno per i propri scopi, ma che parla anche di “una semplice ragazza, che incontra un ragazzo” come dice Julia Roberts a Hugh Grant in Notting Hill.

Stai lavorando a qualche altro libro?
Dopo tanto tempo di inattività è stato difficile riprendere, ma adesso che sono lanciata posso rispondere: certamente sì!
Riprendendo in mano i lavoro che, per vari motivi, avevo accantonato, mi sono accorta che avevo due romanzi quasi terminati, praticamente oltre la metà. E mi sono presa a martellate sulle dita da sola. Le brutte esperienze di pubblicazione del passato mi avevano portato via il divertimento. Ma credo di averlo riacciuffato. Forse era solo andato a farsi un giro, come l’ombra di Peter Pan. Ma adesso che me lo sono ricucito addosso, non mi molla più.
Così sono nel pieno di un altro paranormal romance a tema angeli e in seguito mi metterò di buzzo buono sul fanta-western che mi strizza l’occhio dalla cartella dei lavori da terminare.

Il tuo sogno?
Continuare a scrivere, divertendomi!

Contatti:

Intervista a Caterina Armentano

Chi è Caterina Armentano?

Dovremmo indagare bene per scoprirlo davvero, perché nonostante sia logorroica per natura, non mi apro mai completamente con le persone, in quanto sono convinta che ci siano porte del nostro cuore e del nostro essere il cui accesso debba essere concesso a pochi. Sono una mamma che si lascia leggere, dalla propria figlia le fiabe della buona notte (nessuno chiami il Telefono Azzurro), una donna che va perennemente di corsa,  che dorme poco e che un giorno di questi troverete addormentata sul carrello della spesa o in coda agli uffici postali. Sono Nutella dipendente, cara compagna di viaggio  che non mi abbandona mai, che l’avventura si consumi a casa, mentre scrivo al computer o in giro, tra un break e l’altro, Nutella, sa come tirarmi su il morale!

Come è nata la passione per la scrittura?

Ho imparato a scrivere precocemente. Da subito le parole hanno avuto un fascino su di me. Ho iniziato a giocarci per creare filastrocche e poesie. La casa in cui abitavo da bambina aveva una lunga scalinata, lì mi sedevo con le mie sorelle, i miei fratelli, i miei cugini e leggevo loro quello che avevo appena creato. Avevo un nutrito pubblico di spettatori, anche molto partecipe direi. Ricordo che ci divertivamo molto. A otto anni, dopo aver letto “La piccola Principessa” di Burnet,  scrissi la mia prima fiaba, plagio bello e buono de’ “La Bella Addormentata nel bosco”, “Cenerentola” e “Biancaneve”. La stramba creatura che ne venne fuori, per me fu un orgoglio, perché d’un tratto mi sembrò di aver trovato una dimensione a misura della mia fantasia.

Qual è il tuo stile?

Uno stile suggestivo che richiama la memoria a fare un balzo indietro nel tempo.  Realistico, perché voglio che i lettori si sentano chiamati in causa in prima persona per i temi che tratto, epico affinché anche le imprese reali, quelle quotidiane abbiano qualcosa di straordinario, ironico perché l’ironia dà un senso  di leggerezza alla vita.

Il genere letterario che preferisci di più?

Non ho un unico genere, sia come lettrice sia come scrittrice. Amo gli stessi generi che scrivo: il fantastico, soprattutto quello destinato ai ragazzi. L’horror che mi consente di indagare i recessi più profondi dell’essere umano: dove sono insite le paure.  I classici, da cui c’è sempre da imparare. La narrativa. Tra i miei autori preferiti potrei citare: Rowling,  Funke, Allende, Tolkien, Dacia Maraini.

Quale genere letterario non ti piace?

Non disdegno nessun genere se il libro è scritto bene e la trama è intrigante.

Come nascono le tue storie?

Ascoltando: tendo  l’orecchio non solo alla gente, alla musica, alle frasi sussurrate nei film, ascolto anche quello che “non  si sente” e che mi arriva attraverso la percezione, attraverso il ricordo, la memoria anche e soprattutto di chi non c’è più. E poi ho scoperto che anche gli oggetti hanno tante cose da raccontare, quindi me ne resto buona in attesa di “sentire” la loro voce. Una volta innesca la scintilla arriva la fase dell’elaborazione, inizio a conoscere i miei personaggi, si collocano in ambienti e spazi e palesano intenzioni ed emozioni, allora, solo allora inizia la fase ardua: trovare del tempo per scrivere quello che mi dettano.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?

Sì, sono molto camaleontica. Scrivere è un’arte che richiede un’immedesimazione totale e ti consente di diventare il più orribile degli esseri umani, oppure il più saggio, il più potente o il più umile e via discorrendo. Questo richiede un duro lavoro su se stessi. Ognuno di noi si porta dietro e dentro di sé un bagaglio di ricordi, di sapere, e anche di condizionamenti, bisogna resettare tutto per “interpretare” qualcun altro.

Come è nata la tua ultima opera?

“L’Incanto di Fantasia” è nata negli anni. È  una raccolta di dodici fiabe che ho iniziato a scrivere più di dieci anni fa. Le fiabe hanno sempre fatto parte della mia vita, me le raccontava mia madre quant’ero bambina e altrettanto ha fatto mio nonno, sono una sorta di diario interiore realizzato con le frasi e le immagini di storie fantastiche. Ogni fiaba, de’ “L’Incanto di Fantasia” rappresenta un evento specifico della mia vita, un incontro, un sentimento traboccante, una delusione. Sono tutte nate da emozioni concrete e da fatti che in un modo o in un altro hanno segnato la mia esistenza.

Stai lavorando a qualche altro libro?

Sto lavorando a più progetti. Quest’anno uscirà per Lettere Animate Editore “Lilith. La prima donna” un racconto breve che fa parte del ciclo “Eden. I racconti del Giardino”. Non ho terminato la stesura di tutti i racconti quindi devo darmi da fare e lavorare di buona lena. Sto lavorando a un racconto horror e un romanzo di genere fantastico per ragazzi.  E poi naturalmente il prossimo obiettivo è farmi clonare, visto le tante idee e la voglia di metterle su carta…

Il tuo sogno?

Forse non dovrei dirlo, per scaramanzia ma si sta realizzando: rendere la scrittura il mio unico lavoro. E quando parlo di scrittura non mi riferisco solo ed esclusivamente all’atto pratico di scrivere romanzi ma anche a tutto quello che ruota attorno a questo mestiere splendido ma impegnativo, che mi mette sempre alla prova e  mi fa sentire  piccola piccola, perché più apprendo e più mi rendo conto che c’è da imparare.

Contatti: Blog personale Libero arbitrio blog

Intervista a Serena Barsottelli

Chi è Serena Barsottelli? 
Mmm… Penso che questa sia la domanda più difficile a cui si possa rispondere! Tenterò di scrivere qualcosa su di me…
Classe 1985, toscana, curiosa, determinata e… sicuramente un po’ rompi scatole!
Una ragazza con i piedi per terra e la testa per aria, in cerca di un equilibrio diverso tra realtà e sogni.
E, per finire, una guerriera. Ho sempre lottato contro le ingiustizie del mondo. Sono arrivata a lottare perfino contro una parte di me stessa, quella malata d’anoressia. Sono una che non ama perdere… e, come amo ricordare, ho vinto io.

Come è nata la passione per la scrittura?
Da quando ho imparato a scrivere non ho più smesso: diari, lettere, le prime poesie… poi ricerche, il primo saggio, i primi racconti brevi… e così via, sempre alla ricerca del modo migliore di dare voce al mondo dentro e fuori me.
Senza dubbio la passione per la scrittura si è legata all’amore per la lettura e alla curiosità di capire le persone intorno a me.
Ho sempre desiderato mettermi nei loro panni ed entrare nella loro testa.
La scrittura, accompagnata dall’empatia, è un ottimo strumento per capire meglio gli altri… e se stessi.

Qual è il tuo stile? 
Essendo curiosa per natura, amo sperimentare.
Non sono una scrittrice di saggi o di poesia o di racconti o di romanzi o di articoli.
Per parlare di me, occorre trasformare tutte queste “o” in “e”.
Amo scrivere e comunicare, per questo di volta in volta scelgo la forma che ritengo più adatta a veicolare il messaggio che voglio trasmettere.
Tendenzialmente quando scrivo un saggio cerco di essere il più precisa possibile; dedico molto tempo alla documentazione e alla ricerca di fonti per le diverse teorie. La parte bibliografica è fondamentale… il resto viene quasi da solo, nella mia testa!
Per quanto riguarda le poesie, a volte sono brevi come un respiro. In questo caso amo dipingere una breve sensazione, come un quadro impressionista. Il lettore dovrà fare lo sforzo di riconoscersi in un lampo. Talvolta, invece, amo creare dei veri e propri quadri precisi e articolati, spesso decadenti. Dentro ognuno di noi abita un lato oscuro, che teniamo nascosto alla società. In molte opere voglio dare voce a questa angoscia, a questa paura, a questo “passeggero oscuro” (termine che gli appassionati di “Dexter” riconosceranno) che ci accompagna ogni giorno.
Nei racconti, infine, non amo la semplicità. Voglio che il lettore si sforzi di capire. Che sia presente, con la sua testa e con il suo cuore, nella narrazione. In questo contesto lascio libero gioco a empatia e sperimentazione.

Il genere letterario che preferisci di più? 
La narrativa, senza dubbio. Non tralascio, però, la poesia. Se potessi rispondere con un titolo di un libro, direi “Seta” di Alessandro Baricco: il perfetto connubio tra la forma narrativa e la poesia dei contenuti e delle parole.

Quale genere letterario non ti piace? 
Credo di non essere molto attratta dal racconto erotico.
Essendo, però, molto curiosa e mentalmente aperta, potrei acquistarne un titolo e innamorarmi perdutamente di un racconto di questo tipo, al di là del genere.

Come nascono le tue storie? 
Altra domanda molto bella e molto complessa al contempo.
Dipende.
Alcune storie nascono da due o tre parole che mi frullano in testa al momento del risveglio. Provo a seguire il filo rosso e lascio che la storia venga giù quasi da sola.
Altre, invece, dalla mia parte nascosta, così diversa dalla ragazza sorridente e tranquilla che molti sono abituati a conoscere.
Altri ancora dal mio vissuto e dal mondo che mi circonda.
Concludendo, nascono da un’idea, che può essere a sua volta ispirata dalla realtà intorno a me, da una parte di me o dal dj che mette i dischi nella mia mente.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi? 
Mentre scrivo abbandono totalmente Serena per cercare di entrare nella mente del personaggio.
L’unico personaggio che ho lasciato libero di spaziare in me e nelle parti più nascoste di me è Lisbeth Pfaff, il mio alter ego. Sto proprio lavorando a un racconto lungo che le darà ampio spazio e voce.

Come è nata la tua ultima opera? 
“D’Amore, Morte e d’altri miti” è una raccolta di poesie edita da Edizioni CinqueMarzo.
Molti anni di versi hanno subito una dura selezione e sono stati raccolti in due sezioni dedicate ai grandi miti della condizione umana: l’Amore e la Morte, la vita e la distruzione. Un binomio non sempre così antitetico, ma spesso dai rapporti più complicati di quanto si creda.

Stai lavorando a qualche altro libro? 
In cantiere ci sono diversi progetti: un saggio che completerà il primo, “VoraceMente”, edito nel 2014 da Edizioni CinqueMarzo.
Sto continuando a scrivere poesie e racconti.
Infine, sto lavorando a un pezzo teatrale… un riadattamento di un’opera molto conosciuta. Al momento non posso dire altro!

Il tuo sogno? 
Ne ho tanti… forse troppi!!! Il primo, pubblicare un libro, è stato realizzato.
Ora vorrei poter rispondere alla domanda “Che lavoro fai?” con “La scrittrice”. Per il momento mi limito a proseguire il mio tirocinio e il mio apprendistato, lasciando la scrittura come terzo lavoro.
In fondo le giornate hanno ben 24 ore, no?! 😉

Contatti: 

Email: serena.barsottelli@hotmail.it

Intervista a Diletta Brizzi

 Chi è Diletta Brizzi?
Bella domanda questa…sono una sognatrice e un’inguaribile romantica. Sono una ragazza come tante altre con la passione per la scrittura e per i libri. Fino a qualche anno fa mi sarei sentita un’emarginata, questo causato anche dalle persone che avevo intorno e che – per fortuna – ho eliminato dalla mia vita perché negative. Ora mi sento parte di un gruppo che piano piano comincia a farsi largo nel web. I self. Alcuni li vedono come degli sfigati emarginati ma non hanno capito niente. Tra di loro ci sono persone che hanno lottato e che continuano a lottare con le unghie e con i denti per presentare i loro piccoli gioielli.
Come è nata la passione per la scrittura?
La passione per la scrittura è nata come conseguenza di un’altra mia passione: la lettura. Fin da piccola ho sempre letto tanto, di tutto, sia per la scuola sia per conto mio. Una volta mi sono chiesta come sarebbe stato se il personaggio di un romanzo che stavo leggendo avrebbe fatto una scelta diversa e ho iniziato a scrivere. Da lì sono passata ai GDR che si trovavano su Facebook, grazie ai quali ho conosciuto la mia attuale grafica, Elisabetta Baldan, e il mio attuale fidanzato, Yvan Argeadi.
Qual è il tuo stile?
Non ho un particolare tipo di stile, né mi ispiro a nessun tipo di autrice. Il mio stile penso dipenda dalle emozioni che provo nel momento in cui scrivo un determinato tipo di romanzo o racconto. Per esempio per l’antologia She is my Sin sto cercando di differenziare i vari racconti soprattutto nello stile per renderli unici e non fatti con lo stampo.
l genere letterario che preferisci di più?
Tutte le sfaccettature del romance e del fantasy. Il paranormal romance è senza dubbio il mio preferito perché riesce a far coesistere la tematica romantica a quella paranormale/fantastica. Non mi ha mai stancato e penso che non mi stancherà mai.
Quale genere letterario non ti piace?
Eh…devo dire che i gialli e i thriller non mi attirano particolarmente.
Come nascono le tue storie?
Le mie storie nascono sempre da un’idea, una scintilla che può partire sia dalla mia mente sia dalla mente della persona con cui ho intenzione di scriverla. Sono convinta che quando meno ci si aspetta le cose, queste arrivano. L’ispirazione arriva sempre.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sempre. Ci sono volte in cui mentre scrivo, mi sono talmente immedesimata nella protagonista che piango, mi arrabbio e gioisco insieme a lei. So che è strano da dire ma è così. In quel momento la protagonista sono io e lei è me.
Come è nata la tua ultima opera?
La She is my Sin Saga è nata quando mi sono resa conto che si è sempre parlato di angeli caduti, di

nephilim ma mai, o poco, dei sette principi dell’inferno. In un certo senso loro sono sempre stati visti come il Male. Ma se così non fosse? Se anche loro fossero le vittime di tutto? Con questa saga ho voluto e voglio ancora far vedere il rovescio della medaglia.

Stai lavorando a qualche altro libro?
Attualmente mi sto concentrando sulla She is my Sin Saga tuttavia ho all’attivo un altro progetto con Yvan, Il fascino del male, un altro con una ragazza che adoro e ammiro (tu sai chi sei u.u) ma di cui per ora non parlerò e poi un romanzo tutto mio incentrato sui vampiri a cui tengo molto perché è un qualcosa che ho scritto circa quattro anni fa.
Il tuo sogno?
Il mio sogno è quello di poter vedere i miei romanzi pubblicati su uno scaffale di una libreria. Penso che questo sia il sogno di tutti gli aspiranti scrittori. Tuttavia ce ne è un altro ben più importante: riuscire a trasmettere ai lettori tutte le emozioni che io stessa ho provato mentre scrivevo.
Contatti:
Sito dell’autrice: http://dilettabrizziautrice.blogspot.it/
Pagina facebook: https://www.facebook.com/DilettaBrizziScrittrice
Twitter: https://twitter.com/DilettaBrizzi
Instagram: http://instagram.com/dilettabrizzi

Intervista a Fabiola Danese

Chi è Fabiola Danese?
Credo di essere un’inguaribile sognatrice, una novellina che si affaccia al grande mondo della scrittura con tutte le sue insicurezze ed ansie, ma con una terribile voglia di mettersi in gioco.
Come è nata la passione per la scrittura?
Dai miei diari segreti, immagino. Per il mio decimo compleanno, mi venne regalato il mio primo diario e da allora non ho più smesso di scrivere. Il fatto di poter raccontare del mio mondo e delle mie emozioni attraverso delle pagine, per poi andarle a rileggere anni dopo, credo che mi abbia reso una persona migliore, un po’ nostalgica, ma piena di meravigliosi ricordi. Secondo me, per poter avere la possibilità di andare avanti tutti i giorni, non devi mai dimenticare da dove vieni e cosa hai fatto.
Qual è il tuo stile?
Non credo di essere già al punto di poter dire di avere un mio stile, ma non amo utilizzare paroloni incomprensibili in quello che scrivo, perché voglio che la gente possa sempre riconoscersi nelle mie pagine, quindi mi preoccupo di offrire qualcosa di fluido e leggero, in modo che la lettura resti sempre un momento piacevole e intenso.
Il genere letterario che preferisci di più?
Fino a un paio di anni fa ti avrei risposto, senza ombra di dubbio, che era il Romance. Da qualche tempo, invece, mi sono avvicinata ad altri genere che ho scoperto prediligere. Amò il fantasy e non disdegno un buon thriller psicologico, sono tutte cose che ho scoperto da poco e ho intenzione di iniziare a farmi una vera a e propria cultura in proposito.
Quale genere letterario non ti piace?
Se proprio dovessi scegliere un genere che non mi è molto congeniale, sarebbe il giallo classico perché non amò le cose tirate troppo alla lunga e le indagini di turno. Sono più per gli amori epici e complicati, mi calzano più a pennello.
Come nascono le tue storie?
Non sono io a cercare le mie storie, sono loro a trovarmi, nel senso che se dovessi decidere di mettermi a scrivere una mattina, con l’intento di farmi venire un’idea decente, stai pur certa che butterei la mattinata. L’ispirazione ha i suoi tempi e compie percorsi propri, non puoi fartela venire, arriva e basta, come credo tutte le cose belle della vita. La mia ispirazione si prende gioco di me perché mi viene a trovare nei momenti più impensabili e spesso rimane a farmi compagnia per un po’.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Beh, inevitabilmente credo che tutti gli scrittori si immedesimino nei propri personaggi, è un modo per vivere una seconda vita, cosa che possiamo fare solo noi, affidando ai nostri personaggi gli amori e le avventure che avremmo voluto vivere. Credo che in ognuno di essi ci sia qualcosa di me o delle persone che mi circondano, perché è da loro che prendo spunto.
Come è nata la tua ultima opera?
Dal nulla più totale, nel senso che non ho avuto nessuna illuminazione divina. Ho letto numerose saghe negli ultimi anni e la voglia di scrivere qualcosa di altrettanto affascinante mi ha spinto a scrivere la mia Cercatrice, un progetto nel quale mi sono buttata a capofitto.
Stai lavorando a qualche altro libro?
Si, in cantiere ci sono due nuovi progetti, diversissimi tra loro sia per trama che per genere. Più scrivo e più mi viene voglia di sperimentare cose nuove, visto che il mondo della scrittura è talmente vasto da offrire ogni tipo di emozione. Credo di volermi sperimentare, di volermi mettere alla prova, perché sento di dovere molto a questo mondo che mi ha vista crescere e diventare la donna che sono oggi.
Il tuo sogno?
          Il mio sogno? Lo realizzo tutte le volte che mi siedo davanti a questo computer e creo nuove storie. Non credo di essere banale nell’affermare che questo è il “lavoro” più bello del mondo.
Grazie di cuore Stefania per avermi concesso questo spazio all’interno del tuo blog e ringrazio i tuoi lettori, augurando loro tutti i sogni migliori.
CONTATTI AUTRICE:

Per chi fosse interessato inserisco il link dell’Intervista Criccosa alla Butterfly Edizioni

Intervista ad Angelica Elisa Moranelli

Chi è Angelica Elisa Moranelli?
 Angelica è una persona metodica, calma, che ha sempre tutto sotto controllo… cioè, questo è quello che mi piacerebbe dire di me. In realtà sono l’esatto contrario: disordinata, sempre in movimento e… sono davvero pochi i momenti in cui ho la sensazione di avere tutto sotto controllo. Però ho imparato a districarmi benissimo nel mio mondo sconclusionato e in qualche modo ho trovato il mio equilibrio nel caos.

Come è nata la passione per la scrittura?
 E’ una cosa talmente radicata in me che non ricordo con precisione quando sia nata. Ho iniziato a scrivere storie da quando ho imparato a scrivere, praticamente. Il primo romanzo l’ho battuto alla vecchia macchina da scrivere di mio padre quando avevo nove anni, si chiamava “La Chiave del Tempo” ed era un fantasy, ovviamente.

Qual è il tuo stile?
 Sono passata attraverso una quantità incredibile di stili diversi, prima di capire quale fosse quello giusto per me. Mi piace scrivere mescolando epica e umorismo, in particolare quest’ultimo elemento per me è imprescindibile: sono cresciuta nutrendomi di grandi classici della letteratura inglese, Jane Austen, Henry Fielding, Oscar Wilde, il loro humour mi ha influenzato tantissimo.

Il genere letterario che preferisci di più?
 Mi è sempre difficile sceglierne solo uno, sono una lettrice onnivora, leggo di tutto. Comunque direi principalmente fantasy, classici dell’Ottocento, fantascienza e poi tutto ciò che è uscito dalla penna di John Fante, Francis Scott Fitzgerald e William Faulkner (e mi sono limitata.)

Quale genere letterario non ti piace?
 Non digerisco romanzi rosa, paranormal romance ed erotici.

Come nascono le tue storie?
 Quando me ne sto tranquilla a fare altro, zac! Arriva l’illuminazione per un romanzo bellissimo che mi farà diventare famosa come J.K. Rowling (solitamente sono i momenti in cui sono a lavoro o dovrei dormire o non posso prendere appunti). Comunque, appena ne ho la possibilità, prendo il mio bravo blocchetto e mi appunto l’idea. Poi la riscrivo. La rileggo. La sistemo. La cancello, la butto nel cestino e comincio a scrivere tutt’altro: ecco solitamente le mie storie iniziano così.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
 Cerco di immedesimarmi in tutti quando scrivo. E’ la parte bella dello scrivere: è come fare l’attore, puoi interpretare un sacco di personaggi. Chiaramente le persone dotate di più personalità e abbastanza pazze sono avvantaggiate!

Come è nata la tua ultima opera?
 Ero sul pullman e tornavo dall’università e come spesso accadeva stavo lottando con me stessa per non rischiare di addormentarmi e finire chissà dove.  Ho iniziato ad immaginare la storia di questo ragazzino timido e silenzioso che si addormenta in pullman al ritorno da scuola e si ritrova in un mondo assurdo e magico dove per tutti è un eroe. Quel ragazzino dopo varie riscritture è diventato una ragazzina di nome Armonia, per nulla timida e, più che silenziosa, un po’ misantropa.

Stai lavorando a qualche altro libro?
 Sto scrivendo il quinto e ultimo capitolo della saga e lavorando alla revisione del secondo che spero esca presto!

Il tuo sogno?
Diventare una scrittrice famosa e stringere la mano a J.K. Rowling, Neil Gaiman, George R.R. Martin, ecc. ecc. oppure semplicemente continuare a scrivere per sempre, qualsiasi cosa accada.
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