Presentati. Ciao a tutti! Mi chiamo Leo, ho 25 anni e sono di Bisceglie, vicino Bari. Mi piace viaggiare, leggere e restare sul divano a guardare film e serie TV… insomma, il perfetto nerd, ma che non disdegna assolutamente gli amici e la vita notturna.
Come è nata la passione per la scrittura? La mia passione per la scrittura è stata più che altro un mettersi alla prova. Nel 2011, dopo che la saga di Harry Potter, a cui ero e sono molto appassionato, si concluse al cinema, quasi come un senso di completamento e chiusura di quel vuoto che la conclusione della saga aveva suscitato in me, decisi di prendere in mano carta e penna e buttare giù qualcosa di mio. La storia è cambiata col tempo, ma oggi sono arrivato a scrivere una trilogia intera e non mi pento affatto di aver iniziato.
Qual è il tuo stile? Il mio è uno stile semplice, in quanto i miei libri sono indirizzati ad un pubblico giovane, e in quanto tale vuole trovare tra le pagine personaggi della loro età che usano linguaggi e parole che troverebbero anche nella vita di tutti i giorni. Per il caso specifico del mio libro (che non vi sto a svelare e vi invito a scoprire nella lettura!) ho trovato una certa complessità nel conciliare il linguaggio col contesto della trama, ma alla fine credo di esserci riuscito al meglio.
Il genere letterario che preferisci di più? Sicuramente il fantasy, come quello dei miei libri, ma non un fantasy da Signore degli Anelli, quanto un mondo più vicino al nostro, meno elfi, nani e draghi e più uomini, magari con poteri sovrannaturali, ma più simili alle persone normali. Un urban fantasy, insomma, con un tocco di distopico che non guasta mai e che ho voluto inserire anche nei miei scritti.
Quale genere letterario non ti piace? Diciamo che dipende più dal libro, che dal genere in sé. Non sono molto attratto dai romanzi rosa, ma alcuni meritano davvero se scritti bene e non sono scontati e sdolcinati. Altro genere che non prediligo è quello erotico, ma anche in quel caso bisogna concentrarsi sulla storia in sé, perché abusare del genere può mettere i brividi al lettore.
Come nascono le tue storie? Le mie storie sono il frutto di altre storie. Leggo, guardo film, serie tv, programmi eccetera che influenzano di molto la mia creatività. Appunto scene e dialoghi che mi piacciono e che vorrei che i miei personaggi vivessero e cerco di riportarli al meglio nei miei racconti.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi? Assolutamente sì. I protagonisti dei miei libri hanno molto di me. Ho cercato di spalmare il mio modo di essere in tutti e tre. Ad esempio, Axel ha la mia stessa passione per la natura e la libertà, mentre Lisa è più insicura e affronta le difficoltà con saggezza e controllo. Diego possiede la mia nota ironica, anche se nel momento in cui arrivo a scriverla e riprodurla nella sua parlantina, mi risulta più complicato di quanto creda.
Come è nata la tua ultima opera? Come già detto, La Grotta dell’Origine è nata dopo la fine dei film di Harry Potter. Per colmare il vuoto, ho iniziato a buttare giù qualcosa ed è nata la storia che oggi è nel libro. Nel tempo inserito nel racconto personaggi e creature che avevo disegnato tempo prima e la cosa mi ha gratificato molto.
Stai lavorando a qualche altro libro? Sì, sto terminando la trilogia iniziata con La Grotta dell’Origine e proseguita con Lo Specchio degli Eventi. L’ultimo libro della saga vedrà l’atto finale dell’avventura e capiremo se i ragazzi riusciranno a portare l’equilibrio nel loro mondo.
Il tuo sogno? È scontato dire che vorrei vedere i miei libri in tutte le librerie d’Italia, e perché no, del mondo? Il mio sogno è far leggere le mie avventure, avere davanti un nutrito gruppo di ragazzi che mi segua e sia attratto dai miei racconti. Vorrei poter vedere i loro occhi emozionarsi e sorridere mentre leggono e scoprono i segreti dietro l’avventura di Axel, Lisa e Diego. Vorrei possano immedesimarsi in loro e scambiare pareri, curiosità e impressioni con me e con coloro che li circondano. Vorrei poter essere ricordato per aver contribuito a rendere la vita di questi ragazzi un po’ più avventurosa, immersa in un mondo nuovo e lontano dalla realtà dei giorni nostri.
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Presentati.
Sono Marco ho diciannove anni e studio Economia del Turismo a Rimini da fuori sede. Ho moltissimi interessi e molta paura di annoiarmi, ma questo non succede mai.
Come è nata la passione per la scrittura?
Fin da piccino leggevo parecchi libri (tutti fantasy a parte qualche rara eccezione). Mi piaceva molto scrivere temi alle elementari che, a quanto mi dicevano, erano pure belli, e il mio pezzo forte erano le descrizioni di luoghi naturali. Andando avanti con gli anni ho tentato di iniziare qualche racconto basandomi su libri o giochi da tavolo preesistenti, ma sempre con scarso successo.
Qual è il tuo stile?
Anche se magari nel primo capitolo di questa (lunga) saga, può non essere subito evidente, mi piace creare intrecci, aprire argomenti e lasciarli in sospeso per poi riprenderli più avanti o creare tante piccole catene di eventi che portano a conseguenze enormi. Mi piace dilungarmi in descrizioni e lasciare largo spazio ai pensieri dei personaggi di cui parlo. Non definirei il mio uno stile “elevato”, ma possiedo un lessico abbastanza ampio, che mi permette di spaziare parecchio nella narrazione.
Il genere letterario che preferisci di più?
Fantasy: penso che i libri fantasy scritti bene contengano veramente moltissimi spunti e argomenti che magari difficilmente si trovano in altri generi. Il fantasy non è solo fantasy… almeno non sempre. Mi interesso anche a qualche libro sull’evoluzione, da cui cerco spesso di trarre spunti per il mio libro.
Quale genere letterario non ti piace?
I libri in cui predomina la componente dell’amore non li reggo (anche se sono fantasy). Per il semplice fatto che spesso portano l’amore come qualcosa di totalizzante, sminuendo un sacco di altre cose affascinanti di cui si potrebbe parlare.
Come nascono le tue storie?
In realtà ho iniziato a scrivere in un modo un po’ strano: un giorno mi sentivo particolarmente insoddisfatto dalla vita (quattro anni fa circa) e, senza saperne il motivo, mi misi a scrivere “L’Ascesa del Popolo Maledetto” ; allora non sapevo cosa stessi facendo, era solo un modo di dare sfogo alla fantasia. Dopo due settimane in cui scrivevo ogni giorno mi sono reso conto che stavo facendo un libro. Da lì in poi è diventato un bisogno impellente, scrivere per evadere e sfogarsi ovviamente, ma anche solo per il gusto di viaggiare in luoghi inaccessibili altrimenti, creare una storia ed esserne al contempo padrone e vittima.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Assolutamente. Chi mi conosce sul serio vedrà quanto sono simile ad Elan, il mio protagonista. Ma per timore di non riuscire a fare un personaggio troppo complicato e incoerente ho messo alcuni aspetti della mia personalità in altri personaggi.
Come è nata la tua ultima opera?
L’ultima che ho completato è il secondo volume de “Il Destino dei Ruma” di cui ancora non ho trovato un valido nome. È stata in realtà terminata assieme al primo volume; i due capitoli dovevano essere pubblicati assieme con il titolo appunto di “L’Ascesa del Popolo Maledetto”. Poi ho deciso di tagliarli a metà per esigenze di marketing: pochi sono disposti a comprare un libro di più di 700 pagine scritto da un esordiente.
Stai lavorando a qualche altro libro?
Sono al terzo volume de “Il Destino dei Ruma” che si chiama: “Oltre L’Ignoto”. Da quattro anni fa ho cambiato parecchio il mio modo di scrivere, e penso che questo libro stia uscendo veramente bene. Sono più maturo e soprattutto so dove voglio arrivare e come ci voglio arrivare.
Il tuo sogno?
Cerco di non pormi obiettivi a lungo termine, ma di vivere il più possibile nel presente, per gustarmelo appieno. “L’importante è progredire rispetto a dove ci si trova e non arrivare ad un punto”. Vivo seguendo un po’ questa massima, anche perché sono uno che si stanca in fretta delle cose e degli obiettivi raggiunti. Sicuramente so che voglio viaggiare, conoscere nuovi posti e nuove persone, continuare a scrivere prima di tutto per me stesso… poi se per sbaglio cominciassi a diventare famoso sarebbe interessante.
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Presentati.
Ciao, sono Fabio, nella vita vera mi occupo di web marketing, cercando nel frattempo di essere un bravo marito (ma qui mia moglie potrebbe avere da ridire) e babbo. Ah, poi ogni tanto scrivo…
Come è nata la passione per la scrittura?
La passione per la scrittura nasce quando ero ancora bambino: ricordo i primi racconti scritti nei quaderni o con la vecchia macchina da scrivere di mio nonno. Ma sicuramente nasce in parallelo alla passione per la lettura.
Qual è il tuo stile?
Mi piace scrivere “all’antica”: i miei insegnanti di scrittura creativa si lamentano dei dialoghi indiretti, delle allusioni che uso al posto delle descrizioni accurate, dei periodi brevi. Ma se mi impegno (e se si vuole pubblicare con una casa editrice è necessario) supero tutti questi miei “difetti di stile”.
Il genere letterario che preferisci di più?
Mi piace scrivere weird, sword and sorcery, fantasy e fantascienza. Come lettore… gli stessi generi.
Quale genere letterario non ti piace?
In generale mi piacciono quasi tutti i generi, ma probabilmente non mi vedrete mai sfogliare “50 sfumature di grigio”…
Come nascono le tue storie?
In alcuni casi un’idea estemporanea, un articolo di giornale, una ricerca (ad esempio per la serie Il Cacciatore di Incubi il folklore locale). Una volta che l’idea è ben chiara in mente e la trama delineata, il resto è quasi automatico.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sicuramente mi immedesimo nei personaggi, ma cerco di mettere un po’ di me in tutti i protagonisti (e anche negli antagonisti…). Se ti immedesimi troppo in un solo personaggio, poi rischi di “volergli troppo bene”.
Come è nata la tua ultima opera?
Solitamente scrivo racconti, quindi ho lavorato su più progetti contemporaneamente. È appena uscito “Il tramonto dei Gufi”, un racconto di fantascienza sociale per Delos Digital che nasce da alcune notizie sull’utilizzo dei rapaci per la guerra ai droni negli USA. Ad Agosto invece uscirà il terzo capitolo de Il Cacciatore di Incubi, “Il Libro del Comando”, ispirato al folklore e alle leggende dei Monti Sibillini, nelle Marche colpite dal terremoto (che è il seguito di “Il Cacciatore di Incubi” e “La Città Sotto il Mare”).
Stai lavorando a qualche altro libro?
Ho appena concluso la prima stesura di un racconto lungo, un hard-boiled ambientato in India, e sto lavorando su un altro paio di racconti: un sanguinoso Sword & Sorcery e un vaporoso steampunk. Ah, ovviamente ogni tanto scrivo racconti brevi weird per il secondo volume di Terrore Abissale.
Il tuo sogno?
Il mio sogno è scrivere un bel romanzo, visto che sono “specializzato” in racconti lunghi. Anche se ammetto che con l’avvento degli e-book, il racconto è tornato parecchio di moda per le case editrici digitali.
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Presentati.
Mi chiamo Domenico Andrea Schiuma, ho 21 anni e abito a Modugno, in provincia di Bari. Studio Scienze Politiche a Bari. Le mie principali passioni, oltre ovviamente alla lettura e alla scrittura, sono la chitarra classica e di recente anche le serie tv. Colleziono sfere di vetro come ricordi dei miei viaggi (di quelle con dentro la miniatura di un monumento e la neve). Mi piacerebbe tanto un giorno imparare a suonare i bicchieri di cristallo.
Come è nata la passione per la scrittura?
Quando avevo cinque o sei anni, non mi ricordo di preciso in quale occasione, mi regalarono un quadernone rosso. Iniziai a scriverci poesie: all’epoca ne ero molto soddisfatto, a rileggerle ad anni di distanza mi fanno sorridere, ero solo un bambino. Alle medie ho sentito la passione per il giornalismo, una strada che sto cercando di percorrere. Alla narrativa mi sono avvicinato solo più in là, al liceo.
Qual è il tuo stile?
Non mi piace l’idea di avere “uno e un unico” stile. Mi piace sperimentare, combinare, provare vie nuove. A mio modo di vedere certe idee, certe storie ti inducono naturalmente a preferire un tipo di scrittura, un registro stilistico rispetto a un altro. Io cerco di capire di volta in volta quale registro si adatta meglio alla trama che ho in mente. Nel primo romanzo, ad esempio, ci sono delle parti scritte in modo più secco e giornalistico e altre invece più liriche, perché mi sembrava giusto fosse così.
Il genere letterario che preferisci di più?
Adoro i classici, prima di tutto. Non ho una predilezione per un genere in particolare, cerco di leggere un po’di tutto.
Quale genere letterario non ti piace?
Più che dei generi, ci sono dei tipi di storie che non apprezzo molto. Quelle poco originali, in primis; quelle dove tutto finisce bene alla “e vissero tutti felici e contenti”; quelle in cui i personaggi sono degli stereotipi e non delle persone con la loro peculiare personalità (scusate il gioco di parole); quelle troppo rosa e troppo sdolcinate.
Come nascono le tue storie?
Possono nascere in tanti modi. L’idea può venire parlando con una persona, osservando il mondo che mi sta attorno, pensando. In genere c’è sempre qualcosa di personale nelle mie storie. Credo che per uno scrittore (o aspirante tale come me) sia molto importante parlare con le persone, guardarsi intorno, ricercare, insomma sintonizzarsi con la realtà di oggi e se necessario anche con quella di ieri.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sì, ma non del tutto. Di solito i miei personaggi sono costruiti unendo i tratti psicologici di persone di mia conoscenza. C’è anche qualcosa di mio in loro, ma non solo. Per questo motivo l’immedesimazione c’è ma non del tutto.
Come è nata la tua ultima opera?
L’idea per il primo romanzo è nata in questo modo. Ero in pizzeria con degli amici: ci stavamo divertendo, poi è arrivato il classico momento in cui nessuno sa più cosa dire. Nel silenzio imbarazzante ho notato che al tavolo vicino al nostro erano sedute due donne giovani: parlavano di uomini, di relazioni amorose. Le ho ascoltate per qualche secondo, poi mi sono chiesto: come sarebbe la vita di una persona che vive solo attraverso le storie rubate agli altri?
Stai lavorando a qualche altro libro?
Ho diverse idee ma poco tempo per seguirle tutto: dovrò operare una selezione e dare priorità alla strada che ritengo più percorribile. In sintesi la risposta alla domanda è sì: sto lavorando a un altro libro, ma non so ancora quale.
Il tuo sogno?
Il sogno “per la vita” non lo rivelo, per scaramanzia. Quello letterario più che altro è una speranza: che chi legge i miei racconti e i miei romanzi possa emozionarsi durante la lettura, provare emozioni, sensazioni. A mio modo di vedere la critica peggiore che chi scrive un romanzo possa ricevere è:”Il tuo romanzo non mi ha lasciato nulla, è freddissimo”. Mi piacerebbe poter lasciare un segno, anche sottolissimo, nelle vite di chi si imbatte nel mio scritto.
Contatti:
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Presentati.
Mi chiamo Nicola De Stefano e sono nato il 22/03/1992. Sono cresciuto in una piccola città del cosentino, Laino Borgo. Dal 2011 vivo a Siena e frequento l’ultimo anno di università dove sono iscritto al corso di laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche.
Come è nata la passione per la scrittura?
Quasi per gioco, per provare a scrivere le mie idee e condividerle. La possibilità di decidere i personaggi e le loro azioni, di creare un qualcosa così come lo vedo e poterne decidere il destino.
Qual è il tuo stile?
Cerco di dare più sfumature a quello che scrivo. Nella vita viviamo diversi momenti con diversi stati d’animo e in quello che scrivo cerco di riportare le stesse sensazioni. A prescindere dal genere, preferisco inserire una vena romantica, divertente, riflessiva, arrabbiata, delusa. Mi piace l’idea di coinvolgere anche un lettore non appassionato di un determinato genere, che però possa magari rivalutarlo proprio grazie a questo mix di stile. Non mi piace seguire un binario, un viaggio è ancora più bello se osservi il panorama prima di giungere alla meta.
Il genere letterario che preferisci di più?
Amo i thriller e i gialli in generale. Mi piace la suspance e cercare di interpretare i singoli personaggi mettendomi alla prova nello scoprire il finale prima del volere dello scrittore.
Quale genere letterario non ti piace?
Se scritto bene ogni libro e genere ha il suo fascino. Non c’è un genere che non mi piace in assoluto. Meno degli altri direi i romanzi rosa ma si può imparare ed apprezzare tutto da qualsiasi cosa se fatta bene.
Come nascono le tue storie?
Pagina per pagina. Di notte, nel silenzio più assoluto, lascio la mia mente fantasticare su una trama in generale, mi metto al pc e lascio che la storia venga da sé. Inserisco nel tema principale scene vissute o sentite da persone a me vicine per arricchire il testo e sentirlo ancora di più mio.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sempre. Penso che vivere il personaggio possa dar modo di conoscerlo meglio. Anche il cattivo nei libri è una persona come un’altra, con dei propri sentimenti e idee giuste o sbagliate esse siano, esattamente come l’eroe. Per scrivere un libro bisogna, secondo me, esserne parte. Chi legge un libro cerca di entrare nella trama e se non lo fa l’autore stesso si rischia di essere troppo freddi e anche se può sembrare strano, si prendono le parti di un determinato personaggio etichettando i protagonisti frettolosamente. L’antagonista non ha la faccia del cattivo, non vive nell’ombra, anzi, come nella vita reale è uno dei tanti. E il buono non è l’essere perfetto, avrà anch’esso vizi e virtù. La differenza consiste in alcune determinate scelte non dal vestito che portano.
Come è nata la tua ultima opera?
Semplicemente dal voler scrivere una storia su un’idea nata così dal nulla. Una storia che ha iniziato a coinvolgermi sempre più fino a diventare realtà.
Stai lavorando a qualche altro libro?
Sto scrivendo un nuovo thriller e ho qualche progetto.
Il tuo sogno?
Riuscire in quello che faccio ed essere apprezzato. E se proprio devo sognare in grande, vedere un mio libro trasformato in film.
Contatti: e-mail nico.destefano92@gmail.com
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Link acquisto:
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Presentati.
Sono Francesco, ho 25 anni e amo scrivere.
Come è nata la passione per la scrittura?
Da piccolo avevo sempre la testa tra le nuvole e fantasticavo molto. Poi dopo molti anni ho scoperto che potevo mettere tutto penna su carta.
Qual è il tuo stile?
Fantasy con una buona miscela di thriller storico.
Il genere letterario che preferisci di più?
Thriller storico.
Quale genere letterario non ti piace?
Horror fantasy.
Come nascono le tue storie?
In maniera del tutto casuale, non saprei spiegarlo con precisione. La mia creatività sprigiona fantasia e io scrivo quello che mi passa per la testa.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Spesso sì anche perché come si dice essi rispecchiano in parte l’autore.
Come è nata la tua ultima opera?
È nata prima come storie sparse e qualcuno mi disse che potevo farne un romanzo. Difatti i personaggi sono tantissimi.
Stai lavorando a qualche altro libro?
I promemoria sono pieni. Certo il continuo del mio primo libro “I guardiani dell’Efterion” perché di loro non mi stanco mai…
Il tuo sogno?
Che la scrittura possa rendermi una persona realizzata.
Contatti:
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Presentati.
Mi chiamo Marco Mazzanti, vivo, studio e lavoro a Roma. Sono timido, ma tendo a sciogliermi e quando mi apro risulto, dicono, anche assai divertente e simpatico.
Come è nata la passione per la scrittura?
È nata come un bisogno che ancora adesso non so spiegare. Rispetto a quanto accade alla maggior parte di chi scrive, la scrittura, più passano gli anni, diventa per me “organica” e intima. Per un periodo ho anche preso in considerazione di non pubblicare più (chi mi obbliga, del resto?), poi è arrivata la proposta da parte di Le Mezzelane Casa Editrice, ho accettato e ho sentito la giusta spinta a continuare e, quindi, a mettermi in gioco.
Qual è il tuo stile?
La parola spetta a chi legge.
Il genere letterario che preferisci di più?
La narrativa di ambientazione contemporanea, in particolare la narrativa che analizza problemi sociali o globali della nostra epoca; il realismo magico; ho poi una predilezione per la fantascienza filosofica. Solaris, di Stanisław Lem, tanto per citare un celeberrimo esempio.
Quale genere letterario non ti piace?
I romanzi rosa. Direi inoltre i gialli di stampo classico, ma fondamentalmente è un pregiudizio, me ne rendo conto; in realtà dipende molto da come un libro è scritto, se mi prende, se lo stile mi piace, se i personaggi sono vivi e accattivanti. Stesso discorso per un romanzo rosa 😉 O per qualsiasi altra opera di qualsiasi altro genere.
Come nascono le tue storie?
Nascono a volte come rielaborazione fantasiosa di frammenti di vita personale, nascono ancor più spesso da emozioni, da riflessioni, da suggestioni, e poi di nuovo da emozioni.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sì, mi immedesimo, o meglio li ascolto, parlo con loro, mi affeziono a loro, ma non sempre mi rispecchio nei loro comportamenti e modi di pensare. Loro hanno la loro vita, io la mia.
Come è nata la tua ultima opera?
Due anni fa Michela Zanarella mi propose di scrivere una raccolta di poesie. È venuto fuori un libro che raccoglie poesie e racconti. Il racconto lungo, nella seconda parte, chiude il cerchio. Si tratta di un romanzo, nel suo complesso.
Stai lavorando a qualche altro libro?
Diciamo che sto ascoltando e sto parlando con dei nuovi personaggi 😉
Il tuo sogno?
Vivere una vita semplice, fatta di un lavoro che mi dia la giusta stabilità economica, insieme agli amici e agli affetti. Il resto è tutto materialità, a parer mio.
Grazie, Stefania, per questa intervista.
Contatti: http://lemezzelane.altervista.org/index.html
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Presentati.
Ciao sono Alessandra, ho 25 anni. Sono laureata in lettere con indirizzo in comunicazione e ho frequentato il liceo classico. Ragione e Follia è la mia prima pubblicazione, scritto a 19 anni e pubblicato a settembre dell’anno scorso nella sua prima edizione. A giugno di quest’anno è uscita la seconda edizione.
Come è nata la passione per la scrittura?
Per quanto riesca a ricordare, ancor prima di imparare a scrivere, alla scuola materna, sentivo l’esigenza di mettere nero su bianco le mie fantasie di bambina. Stando ai racconti della mia mamma, ha smesso presto di leggermi le fiabe per farmi addormentare, poiché io insistevo per imparare a leggerle da sola e volevo essere io a raccontare le mie storie inventate a lei. Questo non mi conciliava il sonno!
Qual è il tuo stile?
Il mio stile varia a seconda del tipo di storia. Nel caso di Ragione e Follia ho scelto una scrittura semplice ed essenziale. Il mio obiettivo era quello di non perdermi in dettagli poco funzionali allo svelamento della verità: se leggendo troverete un dettaglio in una descrizione, quello sarà di certo anche un indizio!
Il genere letterario che preferisci di più?
Non saprei dire che genere prediligo entro quelli canonici. I miei libri preferiti sono quelli che mi costringono ad interrompere la lettura per aprirmi a riflessioni che mi arricchiscano e che possa rielaborare all’interno di nuove storie per arricchire i miei lettori.
Quale genere letterario non ti piace?
Il genere letterario che mi piace, come esposto nella risposta precedente, spazia trasversalmente in tutti i generi, quindi non è facile individuare un genere che non mi piaccia. Devo ammettere però di essere meno attratta dalle presunte ‘storie vere’. Se sono ‘storie’, non possono essere letteralmente ‘vere’. Non amo gli scrittori che ingannano i lettori con l’ambizione di ‘raccontare i fatti in modo oggettivo’. La verità in letteratura, come in tutta l’arte, non è mai quella dell’apparenza, ma dell’invisibile.
Come nascono le tue storie?
Nascono sempre dalla volontà di trasmettere tratti di umanità attraverso storie di fantasia. Il mio obiettivo è quello di poter inquadrare tutti questi tratti un giorno e, solo allora, potrò scrivere poesie.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Tanto quanto mi immedesimo nelle persone che incontro nella vita reale. Non amo espormi troppo personalmente nel dare voce ai miei personaggi. Non voglio parlare di me e non per una questione di difesa della mia privacy, quanto perché lo trovo poco interessante per i miei lettori.
Come è nata la tua ultima opera?
Da una serie di combinazioni. Da un sogno avuto la note precedente l’inizio della stesura, ma anche da una persona complessa che ho avuto modo di conoscere a fondo, dall’idea che porre la ragione e la follia agli antipodi sia una categorizzazione troppo azzardata e astratta…
Stai lavorando a qualche altro libro?
Sì! Proprio ora sto ultimando una raccolta di aneddoti molto diversi fra loro per stile e contenuto, ma tenuti strettamente insieme da una misteriosa storia.
Il tuo sogno?
Continuare a fare quello che sto facendo per tutta la vita.