C’è una radio che non ha bisogno di microfoni, frequenze e studi di registrazione perché va in onda soltanto nell’immaginazione di chi l’ascolta. Il suo speaker è “il superlogorroico dalla lingua sciolta” DJ Ark che trasmette dalla cima di una cryptomeria. DJ Ark ha la netta sensazione di trovarsi impigliato tra i rami di quella pianta da un bel pezzo, ma ha un vago ricordo di ciò che gli è accaduto. Ricorda soltanto di aver sentito uno strattone improvviso e di essere stato sballottato e trascinato a decine di metri dal suolo da una forza improvvisa.
Una storia onirica, surreale e bizzarra che trae origine dalla tragedia avvenuta in Giappone nel 2011: ovvero il terremoto e lo tsunami con la conseguenza del disastro nucleare a Fukushima.
Il protagonista è DJ Ark, un uomo che all’improvviso inizia il suo programma radiofonico, tra riflessioni sulla vita, monologhi del suo passato e conversazioni con gli ascoltatori, ma la particolarità di Radio Imagination è che la possono sentire solo le anime dei defunti che si aggirano ancora in questo mondo dopo il terremoto e lo tsunami che li ha travolti.
Questo è il primo libro che leggo dell’autore e ho trovato il suo stile delicato e scorrevole. Il lettore si trasforma in un ascoltatore del programma radiofonico e tra un monologo e un altro DJ Ark parla della sua vita, del suo passato, di come non sia fiero di quello che è, ma racconta anche con affetto e amore di suo figlio e sua moglie, persone che cerca in tutti i modi di contattare senza successo.
Durante la storia arrivano le voci degli altri ascoltatori e mano, mano, l’atmosfera surreale e bizzarra si trasforma in qualcosa di più cupo e inquietante: la realtà dei fatti. La tragedia che ha colpito le persone inizia a farsi ben chiaro nella mente di tutti, anche nel nostro protagonista.
Una storia particolare che mi ha intrattenuto.
Speravo che mi prendesse di più emotivamente, ma nel complesso è un libro che vale la pena di essere letto.