Presentati.
Ciao sono Alessandra, ho 25 anni. Sono laureata in lettere con indirizzo in comunicazione e ho frequentato il liceo classico. Ragione e Follia è la mia prima pubblicazione, scritto a 19 anni e pubblicato a settembre dell’anno scorso nella sua prima edizione. A giugno di quest’anno è uscita la seconda edizione.
Come è nata la passione per la scrittura?
Per quanto riesca a ricordare, ancor prima di imparare a scrivere, alla scuola materna, sentivo l’esigenza di mettere nero su bianco le mie fantasie di bambina. Stando ai racconti della mia mamma, ha smesso presto di leggermi le fiabe per farmi addormentare, poiché io insistevo per imparare a leggerle da sola e volevo essere io a raccontare le mie storie inventate a lei. Questo non mi conciliava il sonno!
Qual è il tuo stile?
Il mio stile varia a seconda del tipo di storia. Nel caso di Ragione e Follia ho scelto una scrittura semplice ed essenziale. Il mio obiettivo era quello di non perdermi in dettagli poco funzionali allo svelamento della verità: se leggendo troverete un dettaglio in una descrizione, quello sarà di certo anche un indizio!
Il genere letterario che preferisci di più?
Non saprei dire che genere prediligo entro quelli canonici. I miei libri preferiti sono quelli che mi costringono ad interrompere la lettura per aprirmi a riflessioni che mi arricchiscano e che possa rielaborare all’interno di nuove storie per arricchire i miei lettori.
Quale genere letterario non ti piace?
Il genere letterario che mi piace, come esposto nella risposta precedente, spazia trasversalmente in tutti i generi, quindi non è facile individuare un genere che non mi piaccia. Devo ammettere però di essere meno attratta dalle presunte ‘storie vere’. Se sono ‘storie’, non possono essere letteralmente ‘vere’. Non amo gli scrittori che ingannano i lettori con l’ambizione di ‘raccontare i fatti in modo oggettivo’. La verità in letteratura, come in tutta l’arte, non è mai quella dell’apparenza, ma dell’invisibile.
Come nascono le tue storie?
Nascono sempre dalla volontà di trasmettere tratti di umanità attraverso storie di fantasia. Il mio obiettivo è quello di poter inquadrare tutti questi tratti un giorno e, solo allora, potrò scrivere poesie.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Tanto quanto mi immedesimo nelle persone che incontro nella vita reale. Non amo espormi troppo personalmente nel dare voce ai miei personaggi. Non voglio parlare di me e non per una questione di difesa della mia privacy, quanto perché lo trovo poco interessante per i miei lettori.
Come è nata la tua ultima opera?
Da una serie di combinazioni. Da un sogno avuto la note precedente l’inizio della stesura, ma anche da una persona complessa che ho avuto modo di conoscere a fondo, dall’idea che porre la ragione e la follia agli antipodi sia una categorizzazione troppo azzardata e astratta…
Stai lavorando a qualche altro libro?
Sì! Proprio ora sto ultimando una raccolta di aneddoti molto diversi fra loro per stile e contenuto, ma tenuti strettamente insieme da una misteriosa storia.
Il tuo sogno?
Continuare a fare quello che sto facendo per tutta la vita.