Presentati.
Ciao Stefania e un saluto a tutti i followers del tuo bellissimo blog, sono mamma di una bellissima bambina di tre anni, gestisco un’attività commerciale in provincia di Ferrara, sono appassionata di storia e letteratura inglese. Gestisco un blog dedicato agli esordienti e mi piace dilettarmi con i montaggi video quando il tempo me lo consente.
Come è nata la passione per la scrittura?
Da sempre, da che ne ho memoria, non ricordo un periodo della mia vita che non fosse legato alla letteratura. Ho iniziato da piccola a scrivere diari, poesie, racconti e all’età di quindici anni ho scritto il mio primo libro: un tomo di quattrocento pagine che ancora custodisco.
Qual è il tuo stile?
Amo particolarmente le descrizioni di ambientazione, mi piace ‘mostrare’ al lettore ciò che legge, farlo sentire come fosse al cinema e stesse assistendo alla proiezione di un film. Do molta importanza anche ai dialoghi. Narro poco, preferisco che il lettore assista con i suoi occhi a ciò che succede direttamente ‘in scena’ come mi hanno detto alcuni recensori. Forse questo stile dipende dal mio amore per il teatro che coltivo sin da bambina, a casa conservo tutta l’opera di Shakespeare, mio primo amore.
Il genere letterario che preferisci di più?
Il romanzo storico è la mia passione da sempre.
Quale genere letterario non ti piace?
Faccio molta fatica a leggere romanzi fantascientifici, saggi e anche i gialli non sono tra i miei generi preferiti.
Come nascono le tue storie?
Senza un perché, all’improvviso nei momenti più impensati. Può essere una canzone che sento alla radio come nel mio secondo romanzo “Il rifugio – Un amore senza tempo”, un romanzo di Jane Austen come per “Il profumo del sud”, un viaggio come per “Destino di un amore” o un sogno come nel romanzo di prossima pubblicazione. Non so mai come finiranno, né che titolo avrà il romanzo, procedo giorno per giorno, un passo alla volta.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Li ascolto, non so mai quali personaggi interagiranno nei miei libri, li vedo in scena e loro mi prendono per mano e mi guidano. Io la considero una specie di magia, per esempio una particolarità dei miei romanzi è che, spesso, i personaggi secondari acquistano più importanza dei principali e diventano fondamentali per il fluire della trama. Di frequente, a metà libro tutto di rivoluziona in maniera impensabile. Come immedesimazione, quando scrivo una scena cerco sempre di entrare in loro per sentire ogni sensazione, ogni emozione sulla pelle, mi muovo come loro, respiro come loro, piango come loro. Sembrerà strambo ma è esattamente così che succede.
Come è nata la tua ultima opera?
“Il profumo del sud” è nato da un romanzo di Jane Austen che considero da sempre mia “Musa”. Ricordo che alla televisione davano una rivisitazione di “Emma”, io spensi, mi sedetti alla scrivania, vidi Anita ferma sul ponte del piroscafo e iniziai a scrivere.
Stai lavorando a qualche altro libro?
A fine anno spero di riuscire a pubblicare la seconda edizione de “L’erede di Tahira”, un paranormal-fantasy che affonda le sue radici nell’Antico Egitto, ma ho già in cantiere anche alcuni progetti storici piuttosto complessi che mi impegneranno moltissimo.
Il tuo sogno?
Il sogno della scrittura l’ho realizzato, ma sicuramente tra i progetti c’è un viaggio in Inghilterra, una sorta di percorso nei luoghi in cui trascorse i suoi anni Jane Austen. Chissà, magari un giorno scriverò un libro sulla mia Maestra.
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